Ilaria Salis, Ungheria: "Per lei misure adeguate a gravi reati commessi"
1 febbraio 2024

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Ilaria Salis, Ungheria: “Per lei misure adeguate a gravi reati commessi”


Ilaria Salis è accusata di ”reati gravi” ed è per questo che ”le misure adottate nei suoi confronti sono adeguate”. Lo ha scritto in un tweet il portavoce del premier ungherese Viktor Orban, Zoltan Kovacs, aggiungendo che riguardo a Salis ”i reati in questione sono gravi, sia in Ungheria sia a livello internazionale. Le misure adottate nel procedimento sono previste dalla legge e adeguate alla gravità dell’accusa e del reato commesso”. Il modo in cui la cittadina italiana è stata portata in tribunale a Budapest ”non è disumano, proprio no. E’ stata presa sul serio a causa della gravità del crimine di cui è accusata”.

Inoltre, ha aggiunto Kovacs, ”le condizioni di detenzione della sospettata rispettano tutti gli standard della Ue”. Il portavoce del premier ungherese ha parlato di un ”attacco orchestrato e di sinistra volto a distruggere le buone relazioni politiche tra Ungheria e Italia” quello che è stato lanciato con Ilaria Salis. ”La credibilità di Ilaria Salis è altamente discutibile, come dimostrano, tra l’altro, le false dichiarazioni da lei rilasciate circa la sua istruzione, la sua situazione familiare e le sue relazioni personali, rivelatesi poi false”, ha aggiunto.

”Non sono vere le accuse mosse dai media italiani, e poi ungheresi” sullo stato di detenzione di Ilaria Salis. ”Sono semplicemente bugie e sono fortemente respinte dal servizio penitenziario ungherese”, ha scritto Zoltan Kovacs su ‘X’, affermando che ”nelle carceri ungheresi ai detenuti vengono forniti tre pasti al giorno, che soddisfano i requisiti di una dieta sana”. Inoltre, ha aggiunto, ”negli istituti carcerari vengono effettuati controlli igienici continui e i detenuti ricevono cure mediche adeguate”.

Citando uno scritto di Salis, Kovacs ha detto che ”è una menzogna l’affermazione secondo cui sono presenti ratti” nelle carceri che ”soddisfano elevati standard igienici”. A dimostrazione della sua tesi viene quindi citato il fatto che ”durante la pandemia di Covid non si è sviluppato alcun focolaio della malattia nelle carceri ungheresi”.

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