Oltre un quarto delle ore di cassa integrazione sono state richieste da imprese che non hanno subito una riduzione di fatturato a causa del Covid. Dati allarmanti e preoccupanti quelli calcolati dall’Ufficio parlamentare di bilancio adoperando un monitoraggio fatto dall’Inps e un check dell’Agenzia delle Entrate sulla fatturazione elettronica.
Numeri che disegnano un quadro poco edificante del nostro Paese e di cui fanno parte anche le aziende che hanno messo solo formalmente in cassa integrazione i lavoratori, ma che di fatto, invece, hanno continuato a fare lavorare. «Una vergogna ai danni dello Stato, ma anche di tutti coloro che, invece, sono stati esclusi dagli ammortizzatori sociali e sono rimasti a casa senza tutele, come ad esempio gli stagionali» afferma il segretario regionale Fisascat Cisl Fortunato Lo Papa.
«Non bisogna però dimenticare coloro che, invece, hanno dovuto raschiare il fondo della casse per cercare di rimanere a galla durante i mesi di lockdown e successivamente. Per questi la cassa integrazione costituisce un salvagente». Ecco perché, continua il segretario, «esprimiamo la nostra solidarietà a chi ha dovuto ricorrere alla cigs e ricordiamo che con il Decreto Rilancio e quello Agosto è stato istituito il Fondo nuove competenze. Si tratta di 730 milioni di euro che offrono alle imprese uno strumento alternativo alla Cassa integrazione».
«Attivando il Fondo – spiega il sindacalista – i lavoratori rientrano in azienda e il loro orario di lavoro può essere rimodulato nell’ottica di dedicarne una parte a corsi di formazione che consentano loro di accrescere le proprie competenze e dare valore aggiunto all’impresa». «La Fisascat Cisl – conclude – offre la propria disponibilità a sostenere ed accompagnare in questo nuovo ed innovativo percorso che valorizza il lavoratore e rinvigorisce la sua dignità, anziché farlo sentire un peso e permette di creare percorsi di crescita e sviluppo. Opportunità da non trascurare nella prospettiva di un’economia che quanto prima possa scrollarsi di dosso i danni del brusco rallentamento indotto dal Covid».