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18 marzo 2018

News

Intelligence. Il colonnello Battaglia ha spiegato cos’è agli studenti del «Campanella» di Reggio Calabria


E’ stato il comandante provinciale dei Carabinieri Giuseppe Battaglia a tenere venerdì scorso la lezione agli studenti del Liceo Classico «Campanella» di Reggio Calabria nell’ambito del percorso di studio Intelligence e Cittadinanza attiva, promosso dalla dirigente Mariarosaria Rao.

A introdurre l’ufficiale dell’Arma è stato il coordinatore del corso Mario Caligiuri, direttore del master in intelligence dell’Università della Calabria.

Caligiuri ha posto in rilievo che questa iniziativa formativa si inquadra nell’ambito dello sviluppo della cultura della sicurezza nelle scuole superiori, evidenziando che probabilmente rappresenta un’unicità nel nostro Paese.

Ha tenuto quindi la sua lezione Giuseppe Battaglia che è stato responsabile dell’Ufficio cooperazione internazionale del Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, premettendo l’importanza del capillare controllo del territorio, che induce ad agire a livello locale ma sempre pensando a livello globale.

Ha poi illustrato il processo di intelligence, specificando che tra questo e l’indagine c’è l’attività di analisi, che conferisce significato agli eventi e contribuisce a formulare ipotesi.

In definitiva – ha spiegato – l’analisi non è uno studio fine a sé stesso ma serve a supportare le decisioni e a indirizzare opportunamente le indagini.

Si è quindi soffermato sulle diverse tipologie di analisi: strategica, operativa e tattica, ognuna delle quali ha la propria collocazione nel tempo e nello spazio. Ha poi ribadito che l’intelligence significa andare oltre le apparenze, componendo un mosaico con le informazioni a disposizione per finalizzarle a scopi reali e apparenti.

Il colonnello Battaglia ha quindi illustrato esempi tratti da notizie stampa relative a un attentato terroristico a Mogadiscio e alla cattura di latitanti in Calabria e in Germania. In questo modo ha dimostrato che l’intelligence è una specie di fusion center poiché occorre cogliere tutte le sfumature per comprendere la realtà.

Successivamente ha sottolineato che è centrale il tema dell’utilizzo delle risorse, in quanto il vero obiettivo è il successo generale dal punto di vista organizzativo, senza perdere vite umane e senza costi esorbitanti.

Infine, ha concluso ricordando che il vero significato dell’intelligence è raggiungere il risultato ottimizzando quanto si ha a disposizione.

Il comandante provinciale dei Carabinieri ha poi risposto alle numerose domande degli studenti in base alle quali ha evidenziato che:
per gli autori degli attentati terroristici spesso è più importante la comunicazione del fatto;
ogni nazione difende i propri interessi e quindi ha specifici segreti di Stato;
la ricerca dei latitanti ha fattispecie diverse;
il metodo deduttivo va applicato per raggiungere lo scopo, delimitare il contesto e orientarsi al futuro;
gli attentati terroristici oggi sono difficili da prevedere ma in Italia c’è una cultura di controllo del territorio molto elevata;
nelle attività operative le esperienze sono fondamentali e mutano nel tempo e nello spazio;
gli operatori di polizia di alcuni grandi Paesi hanno difficoltà a inquadrare i fenomeni perché sono molto bravi nell’organizzazione ma non altrettanto nell’intelligence che consente la comprensione della realtà.

Alla fine, ha sintetizzato la lezione Mario Caligiuri, che ha chiesto di osservare un minuto di silenzio per ricordare il quarantennale del rapimento del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro.


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