Il Maestro Enzo Failla
26 maggio 2025
Il Maestro Enzo Failla

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Intervista al maestro Enzo Failla: il judo, la filosofia e la vita


Il judo è un’arte marziale giapponese creata da Jigoro Kano alla fine del XIX secolo. La parola “judo” in giapponese significa “la via della flessibilità”. Ciò riflette l’idea che quest’arte marziale può aiutare gli individui a sviluppare la loro flessibilità fisica e mentale.

La storia del judo è indissolubilmente legata a quella di altre arti marziali tradizionali giapponesi, come il jujitsu. Il Jujitsu è un insieme di tecniche di combattimento insegnate ai samurai del periodo Edo (1600-1868). Lo scopo di questa disciplina era di addestrarli a difendersi a mani nude quando si trovavano disarmati. 01

04 Jigoro Kano studiò diversi stili di jujitsu prima di creare il judo. Si rese conto che le tecniche del ju-jitsu erano diventate inadatte ai tempi moderni. Alcuni di essi erano pericolosi per l’apprendimento e la maggior parte degli insegnanti non era pedagogica o insegnava in modo arcaico.

Così, ispirandosi alla ginnastica occidentale, Kanō decise di eliminare dal ju-jitsu i movimenti pericolosi e di codificare le tecniche rimanenti sotto forma di kata per renderle più facili da insegnare. L’obiettivo era quello di creare una nuova arte marziale educativa, spogliata della sua vocazione bellica, che non sarebbe più stata il ju-jitsu ma si sarebbe chiamata judo.

Le prime lezioni di Jigoro Kano si tennero al Kodokan di Tokyo. Questo luogo leggendario ha ispirato i campioni di tutto il mondo.

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Il judo è stato introdotto in Europa all’inizio del XX secolo ed è diventato rapidamente popolare in tutto il mondo. I maestri giapponesi si sono recati in Occidente per condividere le loro conoscenze. Jigoro Kano ha sempre desiderato che la sua arte marziale partecipasse a importanti competizioni internazionali.

Nel 1964, il judo è diventato uno sport olimpico ai Giochi Olimpici di Tokyo. Grazie a questo evento, il judo si sta sviluppando più rapidamente in tutto il mondo. Sebbene il judo fosse inizialmente riservato agli uomini nelle competizioni internazionali, nel 1980 è stata incoronata a New York la prima donna campionessa mondiale di judo, Jane Bridge, oggi 8° dan.

Infine, il judo è diventato uno sport chiave ai Giochi Olimpici, praticato in quasi tutti i Paesi del mondo. Per alcuni, quest’arte marziale è diventata uno stile di vita che va oltre la semplice attività fisica.

Tra i più importanti Maestri di Judo in Italia, e tra i pochissimi che hanno raggiunto l’8° Dan, c’è il Maestro Enzo Failla: lo abbiamo incontrato nell’anno in cui la sua attività compie cinque lustri..

La tua storia, e quindi la storia della celebre Judo Calabro, parte cinquanta anni fa…

No, io parto da cinquantanove anni fa, perchè io inizio a praticare nel 1965: all’epoca non c’è una federazione di judo.

Nel 1965 era annessa alla FIAP, Federazione Italian Atletica Pesante, che si occupava principalmente delle discipline dei pesi: ed erano inserite la lotta e il judo.il mio primo tesseramento (essendo di carattere pionieristico, perchè non c’era nessuna società) comportava che io fossi il primo in Calabria a praticare professionalmente la disciplina.

Mi sono collegato ad un mio parente che era un praticante di Napoli, e ho fatto allora il primo tesseramente allora.

Nel ’65 avevo dodici anni, è stata una pratica molto pionieristica, ripeto. All’età più adulta ho iniziato una pratica con il CUS -Centro Sportivo Universitario- di Napoli; e in seguito ho avuto la fortuna di incontrare il Maestro Pio Gaddi (judoka e allenatore di judo italiano, che inizia a praticare judo sotto la guida del maestro Ken Noritomo Otani insegnante del Kōdōkan e del maestro Tommaso Betti Berutto, vincendo nel 1952 ai Campionati europei di Parigi.), uno dei “vecchi” della prima guardia del judo in Italia. 03 Quando l’ho conosciuto, lui era 8° Dan (cinture da judo sono molto più di un semplice accessorio, incarnano il livello di abilità, impegno e maestria di un judoka: dopo i sette gradi di cintura -bianca, gialla, arancione, verde, blu, marrone, nera- si passa ai “Dan”, e l’8° Dan è generalmente riservato a coloro che hanno dato un contributo eccezionale al judo su scala mondiale), come me: ma non mi sembrava giusto avere il suo stesso livello, per quanto altissimo, e allora ho proposto alla Federazione la creazione del 9° livello Dan, che è il massimo.

In Italia oggi l’unico ad avere il 9° Dan è Franco Capelletti, perchè Gaddi è scomparso nel 2024.

Stavi parlando dei tuoi inizi…quando hai aperto la tua prima palestra?

Tornando ai miei inizi, la mia passione nel 1974 mi ha spinto ad aprire la mia società, la famosa Judo Calabro che ha poi avuto veramente una diffusione massima arrivando ad essere la terza in Calabria (e per le arti marziali è stata la prima in assoluto): e ho iniziato ad essere “ospite” in diverse palestre e solo nel 1976 apro una mia struttura.

È sempre nel 1976 che ha visto un’ulteriore evoluzione, perchè ho conosciuto un Maestro che veniva dall’Olanda e con lui abbiamo aperto il Settore Canadè. È un settore del judo che ho portato avanti io (insieme a Filippo Bua), e nel 1981 ho avuto l’abilitazione per l’insegnamento anche nel Canadè.

Quindi tu attualmente sei all’ottavo Dan, uno dei livelli più alti come abbiamo detto. Nel tuo percorso hai conosciuto diverse personalità assolute del Judo, che hanno sicuramente contribuito alla tua crescita…

Si, perché in quegli anni di cui parlavo ho conosciuto il Maestro Shoji Sugiyama -figura fondamentale nel judo italiano e mondiale, noto per aver introdotto l’arte marziale in Italia e per aver fondato il Dojo Sugiyama- che ha rappresentato LA svolta professionale; ho rivisto tutto il mio judo fino a quel momento e ampliato il concetto di arti marziali nel Budo -(武道) è un termine giapponese che significa “via marziale” o “via della guerra”.

Indica le arti marziali giapponesi, non solo come tecniche di combattimento, ma anche come un percorso di sviluppo personale, morale e spirituale-, approfondendo anche il Ju-jitsu, lo Yoseikan, cioè un nodo in cui tutte le arti marziali si fondevano per una visione completa. Ho avuto anche la fortuna di conoscere il fondatore del Budo Yoseikan, ovvero il Maestro Minoru Mochizuki: che poi era allievo diretto di Kanō Jigorō -il fondatore del Judo, 嘉納 治五郎 morto nel Mar del Giappone nel 1938 – e di Gichin Funakoshi -船越 義珍 morto a Tōkyō nel 1957, fondatore del Karate-… quindi posso dire con orgoglio che Minoru Mochizuki era il Maestro del mio Maestro!

C’è una linea diretta dal fondatore fino, immodestamente, al sottoscritto… 04

E oggi? La tua attività?

Oggi, sempre in funzione di quello che sono nell’ambito del judo, la mia valenza professionale si è anche spostata e integrata con l’addestramento delle forze di Polizia. Il 1983 per me è un momento importante di cambiamento: vengo chiamato direttamente dal Ministero dell’Interno per andare alla Scuola di Polizia di Vibo Valentia come tecnico delle Fiamme Oro, e incomincio questa avventura nella grande famiglia della Polizia di stato.

Dall’83 ad oggi ho insegnato, oggi sono quarantuno anni, e ho abilitato migliaia di poliziotti in tuta Italia…e pensa che parecchi di loro adesso sono già in pensione!

Sono stato anche in commissione per l’idoneità ai servizi di Polizia ed è un lavoro che svolgo ancora adesso; quindi l’integrazione sportiva con quella istituzionale della sicurezza è definitiva. 05

La base essenziale è però sempre quella dell’educazione al movimento ed educazione alla prevenzione di tutto quello che può essere criticità, ma soprattutto l’educazione, attraverso questi sistemi, dai piccolissimi ai più grandi, sempre con lo stesso principio: il rispetto, la democrazia e il fare gruppo, il branco buono.

Le arti marziali sono uno sport ma sono anche e magari soprattutto una filosofia, la loro pratica implicano un certo atteggiamento nella vita….

Si. È proprio così: pensa che il Maestro Jigorō aveva inteso traghettare la cultura giapponese dalla vecchia tradizione dei samurai, quindi da quel Medioevo che è durato fino al 1800, alla modernità.

Jigorō ha saputo cogliere -attraverso le arti marziali tradizionali- un passaggio nel nuovo, visto non solo come forma di combattimento ma come forma di educazione, attraverso le arti guerriere, al miglioramento della società.

I principi che poi lui ha dettato in quello che ha dettato in quello che dopo di lui viene chiamato Budo nak judo (cioè il luogo dentro il quale si pratica il judo) erano innovativi: non si trattava solo dell’annientamento dell’avversario, non dimentichiamo che una volta i combattimenti erano cruenti, molto cruenti! fatti con spade e armi tradizionali giapponesi, ma l’idea di scontro si modificava in confronto, come crescita.

Il judo nasce quindi come educazione. Per le giovani generazioni e per il miglioramento della società esistente. 06

 

 

 

Ci sono stati scontri epici raccontati nelle vecchie scuole per l’affermazione della sua efficacia: ma non è solo quello.

 

E la Judo Calabro di oggi?

La Judo Calabro… cioè la vecchia Judo Calabro, è diventata Arti Marziali & Fitness, attualmente si chiama asd Dojo Failla 1974: ed è un’associazione sportiva dilettantistica fondata cinquanta anni fa, come ho raccontato, ha variato nella sua consistenza di pratica le varie discipline.

Io attualmente sono Maestro Benemerito di Judo 8° Dan, Maestro di Karate 4° Dan, sono Maestro di Aikijūjutsu 6° Dan, e attraverso questa combinazione della mia società mandiamo avanti varie discpline. 07

Ci sono corsi per tutte le età: per esempio, nel 2023 abbiamo creato un corso gratuito di judo indirizzato alle alunne della scuola primaria dell’Istituto Manzoni Augruso, sorteggiando venti ragazzine; e poi ho ideato anche il progetto Cinture d’Argento, che ho proposto a livello nazionale e sta andando benissimo, ovvero un progetto con gli over 65 per un programma finanziato da Spot e Salute, realizzato su tutto il territorio nazionale e che coinvolge 40 ASD/SSD.

È un’attività non solo marziale ma basata sul movimento, con l’esperienza di 122 anni della federazione Fijlkam, per andare oltre la condizione e il concetto della pratica marziale offrendo una pratica sportiva che si basa sull’arte marziale ma non è solo quello. È una vera e propria disciplina che abbiamo chiamato Arti Marziali 6 Wellness.

GIANLORENZO FRANZI’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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