Saranno più di 70 i Paesi nel mondo in cui le donne, in contemporanea, incroceranno le braccia astenendosi da qualsiasi attività produttiva e riproduttiva, formale o informale, retribuita o no.
In Italia è il movimento nazionale Non Una Di Meno che risponde all’appello internazionale per lo sciopero globale delle donne dell’8 marzo, proclamato a livello nazionale dalle organizzazioni sindacali di base nel pubblico così come nel privato.
In tutte le città d’Italia ci saranno azioni, picchetti, piazze tematiche, presidi durante la mattina e nel pomeriggio.
Anche a Reggio Calabria abbiamo voluto organizzare una manifestazione pubblica, che avrà luogo in Piazza Italia a partire dalle ore 17 fino alle 20 circa, dove verranno trattati i temi riportati nel Piano Femminista contro la violenza maschile e di genere con delle testimonianze dirette, ma anche con la presenza di artisti che hanno aderito alla giornata e con della musica, secondo l’assunto Organizziamo la rabbia difendendo l’allegria!
Al centro del nostro sciopero c’è il Piano Femminista contro la violenza maschile e di genere, scritto in un anno di assemblee di Non Una Di Meno che ha affrontato la violenza di genere e dai generi a 360°.
Lo faremo tutte e tutti insieme perché il movimento globale delle donne è: coraggio di parlare e di metterci la faccia, forza di rompere il velo di silenzio, paura e vergogna che, in tema di violenze, avvolge anche le molestie sui posti di lavoro, quest’ultimo ormai sempre più precario. E’ antifascismo, anti-razzismo, anti-sessismo, anti-omotransfobia.
Scioperiamo insieme contro i ruoli di genere imposti nella società, contro i ricatti sul lavoro che generano molestie e violenze, contro la precarietà e le discriminazioni. Rivendichiamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare universale.
Rivendichiamo autonomia e libertà di scelta sulle nostre vite e sui nostri corpi. Essere libere di muoverci e restare contro la violenza istituzionale e dei confini.
Combattiamo contro ogni strumentalizzazione e l’uso dei nostri corpi per giustificare la violenza più brutale contro le ed i migranti e ulteriori restrizioni alla loro libertà.
Non Una di Meno Reggio Calabria