Nonostante la campagna d’informazione sempre più incalzante da parte di medici e mass media sugli effetti benefici di una vita sana, che prevede una corretta alimentazione e una attività fisica costante, il 40% circa della popolazione adulta conduce una vita sedentaria.
«L’attività fisica dovrebbe essere consigliata dai medici al pari dei trattamenti dietetici o farmacologici», sostiene Roberto Volpe, medico del Servizio prevenzione e protezione (Spp) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
«Il ciclismo, in particolare, è indicato anche alle persone in lieve sovrappeso poiché, a seconda dell’intensità della pedalata, della lunghezza e della difficoltà del percorso, aiuta a bruciare calorie. Pedalare per 30 minuti a buon ritmo, quello cioè che consente di parlare senza eccessivo affanno, permette di bruciare circa 200 calorie con la cyclette casalinga, fino a 250-300 con la pedalata su strada».
Oltre ad aiutarci a dimagrire, la bicicletta ha altre ricadute positive sulla nostra salute fisica e mentale. «Migliora il profilo metabolico: aumenta il colesterolo Hdl e riduce la glicemia e i trigliceridi», prosegue il ricercatore.
«Andare in bicicletta – come svolgere altre attività aerobiche, quali la camminata a passo veloce, la corsa leggera, il nuoto o lo sci –, migliora la regolarità cardiaca e la circolazione del sangue arterioso e venoso. Praticando il ciclismo con costanza possiamo ottenere una riduzione dei principali fattori di rischio, quali iperlipemia, diabete, sindrome metabolica, obesità e, conseguentemente, diminuire l’incidenza di eventi come angina pectoris, infarto e ictus cerebrale.
«La bicicletta, migliorando l’attività cardiaca e la circolazione, aumenta la capacità del cuore di utilizzare l’ossigeno del sangue per produrre energia. Non a caso, chi pratica sport aerobico a livello agonistico o amatoriale ha una frequenza cardiaca più bassa e la cyclette viene utilizzata nella riabilitazione di soggetti che hanno avuto un infarto. Ma il beneficio si estende anche alle patologie ansioso-depressive, in quanto stimola la secrezione delle endorfine, i cosiddetti ormoni del benessere».
Come per tutte le attività fisiche, anche andare in bicicletta prevede alcuni accorgimenti. «Intanto, è necessario rispettare gli standard di sicurezza, indossando sempre il casco protettivo. Inoltre, vanno prevenuti possibili “effetti collaterali”, come la congestione delle emorroidi o della prostata, utilizzando un sellino adeguato», prosegue Volpe.
«È buona norma comunque alternare i tipi di attività fisica che pratichiamo, in modo da variare i gesti motori e allontanare il rischio di traumi da sovraccarico ripetuto. Diverso è l’approccio dell’atleta, mirato a obiettivi precisi. Nell’attività agonistica sono necessarie diete specifiche per raggiungere risultati più performanti e costanti controlli medici», precisa Roberto Volpe.
«Nel ciclismo poi, come in altre discipline atletiche, anche a livello amatoriale si utilizzano purtroppo sostanze stimolanti, che hanno effetti molto negativi sia a livello fisico, in particolare su cuore, fegato e reni, e psichico».
La pratica sportiva si deve infine sempre accompagnare all’attenzione nel captare eventuali segnali di allarme. «Dolore acuto al torace, sensazione di costrizione al petto con possibile irradiazione al collo e/o all’arto sinistro, polso irregolare, mal di stomaco, difficoltà a respirare, stanchezza eccessiva, vertigini sono tutti sintomi da non sottovalutare che devono indurci ad interrompere immediatamente l’attività e a rivolgerci al 112 o al medico», conclude Volpe.
Claudia Ceccarelli
(Fonte: Roberto Volpe, Sevizio prevenzione e protezione del Cnr, Roma)