Oggi, 2 febbraio, si celebra la Candelora, una festa cristiana in Calabria molto sentita e antichissima. Essa fu introdotta nel VII secolo dalla Chiesa orientale per festeggiare la presentazione di Gesù al Tempio quaranta giorni dopo la nascita e la purificazione rituale della Madonna,
La parola latina infatti februarius (da februare che significa purificare, espiare) rimanda alle feste del fuoco e ai riti purificatori del mese di febbraio, in cui i Romani chiedevano agli dei fortuna e buoni raccolti.
Nella cerimonia di purificazione delle città le donne giravano per le strade con ceri e fiaccole accese, rito mutuato in seguito dalla Chiesa cristiana anche nel nome che però celebrava Gesù, la vera Luce che illumina le genti.
La festa divenne così quella delle candele e fu chiamata Candelora, dal tardo latino candelorum, poi candelaram, benedizione delle candele, che venivano conservate dai fedeli, tradizione che continua ancora adesso.
Molti proverbi fanno riferimento a questa giornata, anche in Calabria si recita ad esempio: D’’a Candilora ‘u ‘mbernu è fora. Ma si nesci l’urzu d’’a tana, dici: o voliti o non voliti, n’atri coranta jorna di ‘mbernu ‘ndaviti! .
Oltre che al fuoco, in tutta le regioni d’Italia e in Europa, la Candelora è legata anche al vaticinio, un giorno cioè magico in cui si toglieva il malocchio o si provava ad indovinare il futuro attraverso un oracolo animale o umano.
In molti proverbi sulla Candelora è presente un orso, più raramente un cane o un lupo, che esce dalla tana e fa i suoi pronostici. Gli animali sono chiaramente espressioni di totemismo delle divinità pagane, e antropomorfismo in cui il dio rappresentato deve morire per rinascere.
Curioso il fatto che anche questi animali totemici vengono mutuati dalla chiesa cristiana con San Biagio, vescovo e martire che si festeggia il 3 febbraio, giorno seguente alla Candelora, la cui leggenda narra che, prima di essere imprigionato e martirizzato, si rifugiò in una caverna in compagnia di un orso e altri animali selvatici.
Anche i cibi tipici della Candelora rappresentano simbolicamente la festa della luce, il passaggio dall’inverno alla primavera e quindi alla vita con i suoi primi doni.
Perciò tanti piatti a base di latte e uova, nel Sud Italia soprattutto con ricotta e formaggi freschi, dalle pitte maniate ai chinulilli alle polpette di vario tipo.
In Francia invece è il giorno in cui si mangiano le crepes in tutti i modi possibili, dolci e salate, e durante la preparazione le donne esprimono un desiderio.
Annamaria Persico