La chiameremo Anna, è una giovane donna russa nata in Crimea, regione dell’Ucraina, ma vive da anni a Lamezia Terme dove ha fatto le scuole. Appassionata di storia, vuole dare il suo punto di vista oggettivo e neutrale per il suo legame con la terra di origine e per aver a cuore la sorte di tutte le nazioni.
Come si è arrivati alla guerra nel 2014 per il Donbass e quali sono stati gli equilibri antefatti?
Prima di rispondere alla domanda, mi sento in dovere di fare un breve excursus nella storia dell’Ucraina per capire meglio determinate dinamiche. Anni fa, durante una lezione di letteratura ucraina, guarda che coincidenza, la mia professoressa disse una frase che ha influenzato parecchio il mio modo di ragionare. La frase può essere anche considerata banale ma racchiude quella verità semplice che spesso non viene presa neanche in considerazione: “Senza conoscere il passato le porte del futuro non si apriranno mai”. Quindi, per capire gli eventi accaduti bisogna tornare indietro nel tempo. I popoli slavi che attualmente abitano sui territori della Bielorussia, Ucraina e la parte europea della Russia, hanno una storia lunga e intrecciata e come si sa bene, dalla storia non puoi buttare alcune parti che non ti piacciono. Negli anni il territorio ucraino ha subito tanti cambiamenti, non voglio annoiare troppo con la storia, dico solo che è un territorio multinazionale e multiculturale. Storicamente, però, si può convenzionalmente dividere il territorio ucraino, prendendo il fiume Dnipro o Dnepr, in due grandi blocchi, ovvero Ucraina Est e Ucraina Ovest. Perché è importante? Sebbene il centro dell’Ucraina può essere considerato un territorio moderato, gli estremità occidentale e orientale non lo sono affatto. Come ho già detto, la popolazione è multinazionale e gli abitanti dell’Est sono maggiormente russi, russofoni o comunque russofili, data la vicinanza del confine con la Federazione Russa. Per esempio la Crimea, che in questo caso è anche la mia patria, è entrata a far parte del territorio ucraino solo nel 1954, popolata quindi principalmente da russi e altre minoranze come ucraini, tatari di Crimea, ebrei e tanti altri. Gli abitanti dell’Ovest, invece, sono la popolazione influenzata dai paesi confinanti come la Polonia, l’Ungheria, la Romania, la Moldavia e la Slovacchia. Nonostante tutto loro vengono considerati proprio ucraini, hanno una forte identità nazionale, rispetto per le tradizioni e sono legati alla lingua ucraina in maniera inscindibile. E un’altra cosa che distingue gli ucraini dell’Ovest è la sete di indipendenza, il desiderio di libertà. Per questo motivo, o perlomeno può essere considerato il motivo principale, provono un astio nei confronti di tutto quello che ha a che fare con i russi, gli oppressori storici. Ora c’è questo quadro dell’Ucraina, che nel 1991 ottiene l’indipendenza dall’URSS. Nello stesso periodo si tiene il referendum in Crimea dove agli abitanti viene chiesto se vogliono rimanere in Ucraina o tornare in Russia, gli abitanti hanno deciso di non cambiare nulla. Anche se l’Unione Sovietica si è sciolta, la Russia e l’Ucraina hanno firmato tanti documenti, trattati commerciali e accordi, e de facto avevano dei rapporti commerciali, politici e sociali quasi fraterni. Un punto importante dell’indipendenza ucraina è che a livello militare non poteva schierarsi con nessun blocco (la NATO o la Russia). Dunque, essendo un paese indipendente l’Ucraina comunque doveva andare avanti e decidere da sola per il proprio futuro. Arriviamo al punto in cui la popolazione esprime il desiderio di far parte dell’UE, siamo nel periodo 2013-14. Sempre in quel periodo si pensava a una legge che potesse consentire a ogni regione ad usare ufficialmente non solo la lingua ucraina ma anche un’eventuale lingua di una minoranza di un territorio in caso dovesse superare il 10% di persone che la parlavano. Questi sono stati due punti cruciali alla fine. Gli accordi riguardanti l’UE non arrivarono e la cosa ha fatto nascere l’Euromaidan che è stata una serie di manifestazioni abbastanza violenti, e la formazione del partito paramilitare di estrema destra. Come ho detto prima, gli ucraini nazionalisti non provano un grande amore per i russi, quindi alcuni territori russofoni si sono sentiti minacciati. La Crimea con l’aiuto della Russia si è “staccata” dell’Ucraina e a seguito di un referendum fulmineo (non sta a me giudicare se è stato una farsa o meno) la penisola di Crimea è stata annessa alla Russia. Ricordiamo, siamo nel 2014. A seguito di ciò, anche le regioni di Luhansk e Donetsk hanno voluto un minimo di sicurezza e non avere delle ripercussioni nazionaliste. Le regioni che oggi conosciamo come repubbliche separatiste. È scoppiato il conflitto armato nel territorio di Donbass tra l’esercito ucraino e i separatisti. A settembre del 2014, secondo il protocollo di Minsk, il fuoco doveva essere cessato e la DNR e la LNR dovevano diventare, come dire, due regioni a statuto speciale. Ma così non è stato. Il protocollo non è stato rispettato. Dal 2014 fino a oggi in Ucraina c’è stato questo conflitto armato. Si parla di genocidio perché l’esercito ucraino ha continuato a bombardare i propri cittadini. In questo conflitto hanno perso vita migliaia di persone, tra cui tanti civili. L’annessione della Crimea è stato considerato un atto di aggressione da parte della Russia, un attacco ingiustificato alla integrità territoriale ucraina. In questa situazione il governo ucraino ha deciso di accelerare il dialogo per entrare a far parte della NATO. E quindi piano piano in questo clima siamo arrivati a quello che sta succedendo in questi giorni.
Come vedi le operazioni militari degli ultimi giorni e la pericolosa escalation come viene avvertita da Russi e Ucraini?
Ogni tragedia, a meno che non si tratti di una catastrofe naturale imprevedibile, è una catena di eventi e se dovessero mancare alcuni o addirittura uno, la tragedia potrebbe essere scongiurata. Io sono contro la guerra e contro ogni forma di violenza e mi piange il cuore vedendo quello che sta succedendo, quando a rimettere la pelle sono delle semplici persone che non hanno nessuna colpa. Tornando a parlare di eventi, il conflitto armato, poteva essere evitato, doveva essere evitato.
Negli anni 60 è stato possibile evitare la guerra nucleare, si ricorderanno di questo evento i nostri nonni. La Crisi dei missili di Cuba, quando la Cuba per paura di essere invasa dagli USA chiese all’URSS di posizionare dei missili nucleari sull’isola. Agli States non piacque molto la cosa, avere dei missili sotto il naso, allora perché alla Russia deve piacere avere le basi NATO al proprio confine? Si dice, che c’è stato un accordo non scritto tra la NATO e l’URSS prima dello scioglimento di quest’ultimo, al quale si sta appellando la Russia attualmente, che la NATO poteva essere presente in Germania ma non doveva espandersi verso l’Est. Ma come vediamo ora, gli ultimi due paesi a separare la Russia dal blocco NATO sono rimasti la Bielorussia e l’Ucraina.
Premesso che a me le politiche di Putin non piacciono, ma in questo caso ha chiesto numerevoli volte alla NATO di togliersi di mezzo, perdonatemi la terminologia, ma così non è stato. Ucraina è quello stato-cuscinetto che deve mantenere la neutralità militare ma figuriamoci se agli USA può non piacere un’idea così allettante di posizionare i missili sotto il naso di Putin. Che poi io non capisco perché c’è questa idea di sottovalutare la Russia. Non so, magari è la colpa della propaganda in tutti i film americani dove i russi vengono visti o come dei deficienti aggressivi dall’accento buffo o come una massa di alcolizzati. Forse è arrivato il momento di capire che non siamo in un film della Marvel e non arriverà nessun Captain America a salvare il mondo. È arrivata la fine della pazienza. E se è vero che la Russia ha intenzione di denazificare l’Ucraina io me lo auguro che accada presto, perché il mondo intero non può vivere in questo incubo di incombente conflitto mondiale. La paura ormai è tangibile.
Nessuno di noi può sapere cosa accadrà nelle prossime ore o giorni, ma l’unica cosa certa è che di mezzo andrà l’Europa, che si sta mettendo il cappio al collo ora dopo ora emanando sanzioni contro la Russia. Non sappiamo neanche quali controsanzioni hanno preparato i russi. Anche se non arriveremo a un conflitto armato a livello europeo, le conseguenze saranno quelle come dopo una guerra, solo che senza o con minore perdita di vite umane. Io credo che bisogna guardare non l’effetto, ma la causa, per trovarla bisogna scavare in profondità. Attualmente lo scopo di una guerra è mettere in ginocchio l’economia di un paese o di appropriarsi di risorse presenti su un determinato territorio. Per alcuni una guerra potrebbe essere conveniente per risanare la propria economia, o, magari ottenere una sorta di dominio assoluto economico. Pensate solo per un attimo chi uscirebbe come un vincitore indiscusso in questa guerra in Ucraina e tra i colpi di sanzioni e controsanzioni nel cuore di Europa.
Il controllo dell’ Ucraina da parte russa può portare un intervento Nato e Usa secondo te?
Suppongo che per il l’occupazione intendi un governo filorusso, forse fantoccio? Dunque, non penso proprio che comporterebbe qualche intervento diverso da quello che vediamo ora, ovvero le sanzioni. La Russia, occupando la centrale di Chernobyl, ha fatto capire che le sue intenzioni sono serie e che gli interventi da parte dei terzi non sono graditi. Gli USA si sono intromessi già fin troppo, comodo fare le guerre in casa degli altri. E l’Europa forse avrà una dose di buonsenso e un minimo di istinto di sopravvivenza.
Ovviamente, tutto quello che ho detto sono solo le mie osservazioni, un mio punto di vista personale che può essere condivisibile o meno, non occupo nessun ruolo istituzionale e la mia parola ha lo stesso valore di chiunque altro. E come tutti spero solo che finisca presto, negli ultimi 100 anni il mondo ha avuto troppi lutti dovuti alle guerre.