Clizia era una ninfa innamorata di Apollo, dio del Sole. Ogni giorno cercava di vederlo e lo seguiva con lo sguardo, mentre lui bellissimo e altero guidava il suo carro di fuoco. Apollo fu lusingato da tanto amore e cedette alla ragazza ma ben presto, innamoratosi della mortale Leucotoe, l’abbandonò.
La giovane era disperata a tal punto che pianse per nove giorni e nove notti, cibandosi solo di rugiada e lacrime, giacendo sulla nuda terra di un campo e fissando il cielo cercando sempre il volto del nume Apollo.
Il corpo della ninfa piano piano si irrigidì e si trasformò in uno stelo sottile ma resistente, i suoi piedi si conficcarono nella terra e i suoi capelli diventarono gialli.
Gli dei, mossi a pietà, trasformarono Clizia in un bellissimo fiore, il girasole, la cui corolla gira su se stessa seguendo il movimento del sole così, ancor oggi, la ninfa continua a cercare con lo sguardo il suo amore che volteggia nel cielo.
«Malgrado una radice la trattenga, sempre si volge lei verso il suo Sole e pur così mutata gli serba amore» (dal IV Canto delle Metamorfosi di Ovidio).
Annamaria Persico (articolo già pubblicato su Reportage il 24 maggio 2018)