“Il calo di attenzione in Dad è ad esempio maggiore che non in presenza – spiega la psicoterapeuta – e dunque l’apprendimento ne risente. Manca poi lo scambio interpersonale e l’interazione ovvero il contesto all’interno del quale i ragazzi possono nutrirsi della socialità, ingrediente essenziale per lo sviluppo emotivo e psicologico. Restare all’interno della propria stanza può sembrare superficialmente più rassicurante ma, di fatto, la mancanza di rapporti reali sta facendo emergere con una certa preoccupazione sintomi a carico dell’umore tendenzialmente deflesso”.
“Senza contare – conclude – il carico importante per i genitori in virtù del ruolo improprio assunto in qualità di insegnanti del proprio figlio con riverberi difficili sulla loro relazione. Infine, altrettanto complessa è la tenuta del rapporto insegnante-alunno privato di quella gestione privilegiata nel qui ed ora”.