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2 maggio 2022

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La rosa: ricette, storia e leggenda del fiore più bello e antico del mondo. Perchè maggio è il mese delle rose


E’ tutta mediterranea e antichissima la storia delle rose: esistevano prima della comparsa dell’uomo, più di quattro milioni di anni fa, e già nell’Antico Egitto da esse si ricavavano olii essenziali e profumi per uso terapeutico e per le cerimonie religiose.
Anche in Persia la rosa era conosciuta e coltivata in immensi e colorati giardini, da lì si diffuse in Cina e naturalmente in Grecia, dove diventò il fiore consacrato ad Afrodite, la dea greca dell’amore, del vincolo matrimoniale e della fertilità, le cui sacerdotesse erano vestite con ghirlande di rose bianche e percorrevano sentieri cosparsi di petali di rose.

La rosa è un fiore da sempre dunque associato al mondo femminile e per questo da tradizione è maggio, il momento della rinascita fisica e spirituale simboleggiata dai fiori che sbocciano copiosi, il mese delle rose e dell’amore, dedicato alle figure femminili per eccellenza, non più solo ad Afrodite ma anche alla Madonna, la madre celeste, e a tutt ele madri.
Un’antica leggenda narra che la prima rosa rossa nacque da una goccia di sangue di Venere che, correndo verso il suo amante Adone, cadde su una rosa bianca. Questa divenne tutta rossa, generò molti nuovi rosai dello stesso colore vermiglio e da quel giorno la rosa divenne il fiore simbolo dell’amore.
I Romani facevano largo uso di rose sia a scopo decorativo, usando ad esempio le corone di rose come riconoscimento al valore militare, che ad uso medicamentoso e curativo. Per questo inizialmente importavano le rose dell’Egitto ma successivamente, con l’espansione dell’Impero, crearono veri e propri vivai nel Sud Italia.
Nel Medio Evo l’arte della coltivazione delle rose rimase sulle sponde del Mediterraneo ma si spostò all’interno dei monasteri e dei conventi. I religiosi si dedicavano alle rose e alle piante ed erbe officinali, nacquero nuovi ibridi e le varietà delle rose vennero esportate ed importate attraverso il Mediterraneo in tutta l’Europa. La rosa assunse nel cattolicesimo un significato mistico, ad esempio per la corona di spine di Gesù, e diventò il fiore della Madonna, spesso raffigurata con il cuore trafitto dalle spine.
Annamaria Persico

Ricette… all’acqua di rose
di Domenico Rispoli

L’ACQUA DI ROSE E LA MADRE DELLA GINECOLOGIA
Intorno all’anno Mille in Costiera amalfitana sui terrazzi-giardino oltre ai limoneti vi erano numerosi roseti profumatissimi. Tutto il Ducato coltivava rose per produrre la profumata acqua richiesta da tutti i nobili d’Europa e di Russia.
Numerosi erano i laboratori dove si produceva l’acqua di rose che era molto apprezzata sia dalle corone europee che da quella degli Zar, infatti numerose erano le commesse. Si preparava e si prepara tuttora con infusione di petali di rosa in acqua e, se si vuole conservare più a lungo, l’aggiunta di una piccola quantità di alcol, un cucchiaino per litro.

Nell’XI secolo a Salerno Trotula de Ruggiero, la prima donna medico nella storia, la più famosa delle Mulieres Salernitanae, le Dame della Scuola Medica, fu la prima a scoprire e a mettere nero su bianco le qualità dell’Acqua di rose. Trotula scopri l’enorme potere antibatterico dei petali di rosa e con l’acqua di rose, aggiunta ad acqua tiepida e bicarbonato, ne fece la prima lavanda intima ginecologica per la cura della candida. Accadeva nell’anno 1000.

LA ROSA SECONDO LA SCUOLA MEDICA SALERNITANA
La scienziata Trotula De Ruggiero sapeva che i batteri muoiono entro cinque minuti quando entrano in contatto con petali di rose fresche.
La rosa é un fiore stupendo e utile, e questo spiega il perché sia stato sempre immortalato da poesie e leggende e tuttora è il fiore più conosciuto e amato.

La prima rosa venne fatta crescere da un giardiniere sconosciuto usando una comune rosa canina circa quattromila anni fa.
Nell’antichità i dottori usavano l’acqua della rosa per trattare problemi dei nervi, inalazioni di incenso di rosa per trattare pazienti che soffrivano di problemi ai polmoni e davano estratti di petali di rosa a pazienti che soffrivano di problemi di cuore e di reni.

L’attar (olio essenziale) di rose é il componente medicinale di base delle rose poiché stimola ed armonizza il sistema immunitario e nervoso. Migliora anche l’attività delle ghiandole endocrine, elimina problemi di sclerosi degli organi e rivitalizza le cellule.

L’attar di rose é ottimo per il tratto digestivo poiché guarisce le membrane mucose, combatte la disbacteriosi e la scarsa attività fermentativa dello stomaco e dell’intestino. I petali di rosa contengono vitamina C, carotene, vitamine del gruppo B e vitamina K che è essenziale per la emopoiesi. Quasi tutte le sostanze minerali della tavola periodica di Mendeleev si trovano nei petali della rosa.

I petali contengono calcio, importante per il metabolismo e l’assimilazione dei cibi; potassio, che é importante per la normale attività cardiaca; rame, che coadiuva l’emopoiesi e migliora l’attività delle ghiandole endocrine; e lo iodio che è importante per le funzioni della ghiandola tiroidea. L’elenco delle virtù della rosa é talmente lungo che la rende degna di essere considerata una medicina naturale universale.

Ma come si fa lo sciroppo di rose? Prendete una pentola, versatevi 1 litro d’acqua e 400grammi di zucchero, portate a bollore per far sciogliere lo zucchero, fatto cio togliete la pentola dal fuoco.
Aggiungete i petali di 8/10 rose (non quelle del fioraio, magari coltivate da voi senza agenti chimici) ed un limone (preferibile uno sfusato amalfitano e piu’ aromatico) tagliato a fette. Coprite e lasciate in infusione per 12 ore.
Filtrate il tutto schiacciando in un colino i petali, rimettete la soluzione in pentola e fatela ridurre a fuoco basso di 1/4, dopo versatelo in vasetti ancora caldo, chiudete i coperchi e girate i vasetti sottosopra.

Quando servira’ aprite un vasetto, versatelo in una bottiglia da litro che colmerete di acqua per farne una bevanda. Oppure potete farne naspro colorato al sapore di rose, pastiglie, caramelle, zollette, creme, versato puro su macedonie, gelato o meglio cio che detta la fantasia.

LE ROSE DEI CONVENTI ED IL ROSOLIO
In un convento costiero un giorno un monaco zelante prese 50g di zucchero che pose assieme ai petali in un mortaio, li pesto’ pet bene.
In un contenitore con chiusura ermetica vi verso’ 1l. di alcol con lo zucchero pestato con le rose, sigillo il tutto ed attese dieci giorni, ogni tanto agitava il contenitore per permettere il rilascio delle essenze.
Dopo i dieci giorni bolli’ un litro di acqua con l restante di zucchero ( 950g ), attese che si raffreddasse bene e verso il tutto nel contenitore ermetico unendolo all’alcol, risigillo il tutto ed attese un altra settimana dopo di che filtro’ il tutto e lo imbottiglio. Signori, era nato il rosolio, appena fatto è molto buono ma, una volta imbottigliato, se fatto riposare al buio per almeno due mesi sprigiona profumi e sapiri piu intensi.

Annamaria Persico (articolo pubblicato su reportage il 7 maggio 2018)


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