La Parola di Dio annunciata come “principio, fondamento e fine di ogni nostra iniziativa”, l’invito ad essere cristiani che portino il segno distintivo della gioia e della speranza, la visione di una Chiesa “profetica e attrattiva” che “sappia promuovere, nel nostro tempo, una partecipazione missionaria e corresponsabile all’interno di tutte le realtà della nostra società contemporanea”. Questi alcuni dei messaggi chiave che il vescovo di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi ha voluto consegnare alla chiesa lametina in occasione dell’assemblea diocesana, svoltasi oggi nell’auditorium della Cittadella della carità, con la partecipazione di parrocchie, associazioni e movimenti da tutta la diocesi.
Partendo dalla lettura del brano evangelico di Luca 4, 16-21, il vescovo di Lamezia ha sottolineato come Gesù “riprendendo la profezia di Isaia e affermando che quella profezia si è compiuta in Lui, ci invita alla speranza perché il Signore mantiene le sue promesse ed è capace di indirizzare l’umanità sul sentiero della gioia e della speranza”. Gioia cristiana che, per Parisi, “non è il sorriso di circostanza, ma la gioia che viene dallo Spirito e che ci fa cogliere la speranza laddove il mondo pensa non possa esserci alcuna speranza. Noi crediamo nel Crocifisso Risorto, non dobbiamo mai dimenticare questa caratteristica della letizia che ci fa andare nel mondo con la gioia del Vangelo, capace di sciogliere da tutte le catene di tutte le forme di schiavitù”.
Richiamando le iniziative promosse dalla diocesi negli ultimi due anni, il presule ha auspicato che “l’essere convocati dalla Parola di Dio diventi sempre più lo stile di ogni convocazione nelle nostre parrocchie, movimenti e associazioni. Fare scaturire ogni nostra iniziativa dalla Parola annunciata, che non è un manierismo, ma un’esigenza che nasce dalle labbra stesse di Gesù ed entra nel nostro cuore”.
“Qual è la nostra visione di Chiesa ? – ha proseguito Parisi – Una chiesa che, come ho detto sin dal mio arrivo a Lamezia, sappia essere attrattiva e profetica. Una Chiesa che si interroghi su come rispondere oggi alle istanze sociali, culturali e spirituali dei fedeli. La nostra è una visione di Chiesa che certamente può continuare a crescere e rinnovarsi, capace di essere in dialogo con il mondo e che, dialogando con il mondo, possa far sentire la Parola del Vangelo, possa dire che per tutti c’è una Parola di gioia e di speranza. La Chiesa, in quanto ecclèṡia, è per sua natura sinodale: se non è sinodale, non è Chiesa. Siamo un popolo di convocati, di chiamati. Non come singoli, ma come popolo. Quante volte abbiamo ammirato quell’immagine che troviamo negli Atti degli Apostoli: “erano un cuor solo e un’anima sola”. Questo è il passo che dobbiamo compiere tutti, questo dinamismo ecclesiale deve diventare il nostro stile. Uno stile che sappia vincere le resistenze dei singoli, affrontare le sfide del nostro tempo, che sappia aprirsi alla dimensione comunitaria. Tutte le iniziative della nostra chiesa diocesana sono orientate a costruire questa visione di una Chiesa che sappia dialogare con il mondo, senza chiudere o arroccarsi. Una Chiesa che sappia leggere le vere attese dell’umanità di oggi e, dentro queste attese, far sentire la parola della profezia”.