Il 2 di Agosto, facendomi carico del disagio dei cittadini di VIA CASE SPARSE OPPOLESE, alle prese con una ingiustificata omissione dello smaltimento dei rifuti, avevo, in merito, indirizzato alla Lamezia Multiservizi SpA, tramite posta elettronica, una segnalazione on line. Gli abitanti della via sopra richiamata fanno da circa 5 anni la raccolta differenziata con le modalità precedenti al nuovo modello di raccolta che ha nei nuovi contenitori il dato più qualificante del sistema; anche se, a detta di molti, sensibilmente più complicato in particolare per i soggetti anziani e soli. Da premettere che, a monte dei disservizi, risiedono alcune ingombranti criticità che chi ha la responsabilità della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in questa città, al momento, non è in grado di rimuovere. Una prima criticità risiede nella comunicazione telefonica con gli uffici della Multiservizi, elegante nella forma ma farraginosa nella sostanza, tant’è che, digitato lo 0968 441812, una voce registrata invia il mittente ad inserire il numerino facente riferimento alll’opzione richiesta. Pochi secondi e la stessa voce licenzia il cittadino con un affranto “SPIACENTI! Al momento non è possibile rispondere alla sua chiamata. Riprovi più tardi.” A furia di riprovare, anche trenta volte al giorno, arriva poi il momento di chiudere i cancelli e chi si è visto si è visto! Il secondo aspetto, veramente incredibile, è la gestione del cambiamento del modello di raccolta e smaltimento attraverso una comunicazione all’utenza assolutamente parziale ed ignara della diversa configurazione sociale del territorio, che richiede un’informazione differenziata e un approccio porta a porta e non affidata esclusivamente ai soliti comunicati pubblicati sul giornale locale. Ci vuole molto per comprendere che non tutti smanettano ed ignorano i motori di ricerca? Molti utenti di Via Case Sparse Oppolese dell’ex Comune di Sambiase ogni mattina, come lo scrivente, prende l’automobile e accompagna i contenitori con i rifiuti nel punto di accesso alla stada pubblica. Questa mattina ho lasciato il contenitore marrone dell’organico nel punto di raccolta accanto a qello blù della carta che ieri hanno omesso di svuotare. Ho pensato bene di porre, su un tazebao, all’attenzione dei gentili operatori, la cortese richiesta di smaltire anche il materiale, compreso l’organico, da troppi giorni giacente. Ma come dicevano i nostri nonni a volte “raccomandiamo le pecore al lupo”; hanno rimosso il tazebao e mi hanno lasciato l’organico imputridito e maleodorante forse perché, nell’epoca social-digitale, i pennarelli e il cartone non vanno più di moda. Mi limito, per porre fine alla mia ridondante amarezza, a dare un’informazione e a fare una richiesta. Informo che tanti cittadini, non solo i residenti nella mia via, non hanno contezza del nuovo sistema di smaltimento, che tanto nuovo non è ma che richiede un graduale processo di interiorizzazione. Chiedo pertanto ai responsabili del servizio che venga valutata l’idea per le Case Sparse di attivare un modello di raccolta “Accesso per accesso” con contenitori più capienti, ma simili a quelli al momento in uso per configurazione cromatica. Infine, persistendo l’abitudine dei soliti inqualificabili resistenti alla pulizia di ogni piccolo spazio del Creato, a provvedere, anche “una tantum” a rimuovere la spazzatura da costoro maldestramente abbandonata. Senza, ovviamente, abbandonare la via repressiva, consentita da normativa vigente, di ogni forma di inquinamento.
Fiore Isabella per i cittadini di Via Case Sparse Oppolese