Gentilissimi candidati alla carica di sindaco di Lamezia Terme, come responsabili, rispettivamente di Cittadinanzattiva territoriale e del Tribunale per i diritti del Malato (TDM) di Lamezia Terme, riteniamo doveroso, sul tema della Sanità, esprimere il nostro pensiero alla luce delle segnalazioni che pervengono allo sportello del TDM e che sistematicamente inoltriamo, tramite l’URP, ai responsabili dei servizi sanitari oggetto di valutazione critica. Le criticità segnalate dall’utenza, in preda al rischio di rassegnazione e di sfiducia verso le istituzioni, non richiamano progetti futuristici su cui la politica è debitamente istruita, ma su come recuperare la normalità nel rapporto tra cittadino/utente e sanità pubblica.
NORMALITÀ che l’utente coglie e sperimenta: nel non dover attendere ore e ore per essere preso in carico in pronto soccorso; nel non dover patire tali ritardi perché gli organici dei medici e degli infermieri sono ridotti a poche unità, integrate da bravi operatori cubani professionalmente attrezzati ma deboli nella comunicazione; nel non dover morire d’infarto perché le ambulanze medicalizzate sono ridotte ai minimi termini e non riescono a coprire i bisogni di un enorme bacino di utenza; nel non dover sottostare a liste di attesa che si protraggono al di là del limite di sopportabilità; nel non dover assistere a situazioni in cui chi ha i soldi sceglie dove farsi curare e chi i soldi non ce l’ha deve rinunciare a farlo; nel non sentirsi costretti per una visita specialistica o per un esame strumentale a raggiungere sedi lontane; nel non doversi rassegnare al fatto che chi governa questa Regione non sa che l’utenza calabrese ed anche lametina non è più giovane e, inevitabilmente, più esposta a patologie geriatriche. In questa situazione di disagio logistico, si insinuano i servizi di trasporto pubblico che sfiorano i livelli della vecchia diligenza. Per le persone anziane tutto diventa complicato: i figli sono andati via e un taxi, per chi sopravvive con una misera pensione, costa un occhio della testa. La medicina territoriale arranca in modo impressionante; prova ne è l’assistenza domiciliare integrata che attualmente consta, nel distretto di Lamezia Terme, di soli cinque operatori e di un solo terapista della riabilitazione su un territorio che comprende 21 comuni, molti dei quali insistono nelle aree interne. Fino a qualche tempo fa funzionava il servizio di diagnostica vascolare, ma da quando è andato via il medico specialista il reparto ha chiuso i battenti.
Ne volete ancora di più? Ecco alcuni ulteriori esempi di criticità ancora non rimosse nonostante le segnalazioni degli utenti che continuano a pervenire al TDM: nella strada, da e per il Pronto Soccorso, all’interno dell’ampio cortile, si segnala la presenza di numerose buche che costringono i conducenti delle ambulanze a continue gimkane; Il Cup relegato fisicamente in un nascondiglio protetto da vigilanti armati e un totem di salute cagionevole. Nonostante siano passati 21 mesi dal 5 maggio 2023 quando il direttore generale dell’OMS dichiarò la fine del Covid-19 come emergenza sanitaria globale, ancora oggi si segnalano resistenze ad assicurare ai malati anziani e fragili l’assistenza affettiva, e non solo affettiva, dei familiari. Le tante criticità, registrate e mai rimosse, chiedono a gran voce l’intervento della “NORMALITÀ” che non è la mano della Provvidenza ma la cosa più ordinaria che si possa fare. Tanto, per essere chiari e a mo’ di esempio, l’adeguamento degli organici ai bisogni dell’utenza e la trasformazione dell’attuale struttura del Pronto Soccorso da hangar con pannelli divisori a spazi altamente attrezzati per l’efficienza clinica e per tutelare la privacy del paziente. Ma, soprattutto, per rispettare la dignità della sofferenza.
Cordiali saluti.
Fiore Isabella
Responsbile TDM Lamezia Terme
Felice Lentidoro
(Coordinatore Territoriale – Cittadinanzattiva Lamezia Terme)