LAMEZIA TERME. 400 firme raccolte, 3 istanze portate al Commissario prefettizio del Comune: questi i numeri della prima iniziativa del comitato popolare nato su Facebook come gruppo Class action fumi tossici Lamezia Terme all’indomani del terribile rogo appiccato il 14 luglio nel campo rom di Scordovillo il cui fumo nero e acre ha intossicato l’intera città e suscitato l’indignazione di tutti.
I manifestanti chiedono: un presidio per l’area di Scordovillo, indegna baraccopoli posta nella città di Lamezia, inaccessibile e insalubre che ospita circa 800 persone; la bonifica dell’area e del terreno adiacente trasformata ormai in una discarica incontrollata di rifiuti; la cessazione dell’illegalità diffusa come il traffico e smaltimento illecito di rifiuti illeciti e l’inquinamento di aria e terreno perpetrati da alcuni rom con la connivenza di ditte e cittadini privati.
In rappresentanza dei cittadini lametini, i promotori Fabrizio Basciano, Annalisa Dattilo e Agnese Serra hanno consegnato le istanze e le firme raccolte al commissario prefettizio Priolo, il quale ha dichiarato che “l’impegno delle istituzioni è corale” e che sulla vicenda tra qualche giorno ci sarà un incontro in Prefettura a Catanzaro.
Di ieri anche la notizia che la Procura di Lamezia, guidata da Salvatore Curcio, ha aperto un’inchiesta sul rogo, affidando a un geologo l’incarico di realizzare una relazione tecnica sull’incendio: il fascicolo è stato affidato alla pm Marica Brucci e il commissario Priolo ha dato notizia della costituzione di parte civile del Comune di Lamezia.
Intanto il gruppo FB https://www.facebook.com/groups/338341104427822 ha più 5000 iscritti e continua a crescere e molti cittadini chiedono di continuare l’azione di protesta pacifica intrapresa, i promotori hanno già fatto sapere che la raccolta di firme continuerà.