L’Associazione dei 40 Martiri si è recata in località San Sidero-Mendicino. Qui, in questo antro di terra che circonda il torrente Spilinga, la storia racconta da era ad era coi suoi calcari dolomitici e soprattutto nelle sue architetture rurali. Questo luogo ha già conosciuto nel passato gli eccezionali ritrovamenti nella Grotta «Manichelli» di ceramiche risalenti all’Età del Bronzo ad opera della guida Vittorio Luzzo nel 1987 regalandoci un’altro capitolo di storia.
Ai piedi della cava abbiamo potuto scorgere una struttura edilizia ad archi che si ergeva dal terreno nascosta fra ulivi ed alberi di mandarini e di aranci; si tratta di un acquedotto, l’ennesimo riscoperto, che oggi ci consente di percepire come questo nostro territorio sia stato pieno di vita e di laboriosità contadina. Dalle caratteristiche murarie e architettoniche è possibile far risalire la costruzione di questo acquedotto ad epoca borbonica. Conservato perfettamente esso costeggia il torrente Spilinga dalle cui acque impetuose sicuramente attingeva.
Lungo circa 45-50 metri questo acquedotto si sviluppa sulla direzione Nord-Sud, elevandosi progressivamente dal piano campagna fino ad un altezza di 6 metri terminando in un’abitazione che molto probabilmente è stata eretta sui resti di un vecchio mulino. Nel nostro sopralluogo abbiamo potuto misurarlo in molti dei suoi particolari ricavandone uno schizzo che ci ha consentito di valutarne la sicura importanza anche in relazione al rinvenimento, circa 60 metri più a valle verso sud, dei resti di un portale ad arco molto antico e di pregevole fattura muraria che probabilmente costituiva l’entrata della tenuta che serviva questo acquedotto.
Associazione dei 40 Martiri