di Francesco Polopoli
La matematica è la musica muta della ragione. Fa parlare l’universo come se essa avesse trovato la lingua del suo silenzio (Roger Judrin).
Ci sono scienziati che si sono voluti divertire nel lasciare il proprio epitaffio: il caso più famoso è quello di Diofanto di Alessandria, padre dell’algebra e ultimo dei grandi matematici ellenistici. La leggenda vuole che esso sia stata scritto, sotto forma di ultimo enigma, come iscrizione funebre nel seguente modo:
«Οὑτός τοι Διόφαντον ἔχει τάφος· ἆ μέγα θαῦμα!
καὶ τάφος ἐκ τέχνης μέτρα βίοιο λέγει.
Ἕκτην κουρίζειν βιότου θεὸς ὤπασε μοίρην,
δωδεκάτην δ’ ἐπιθείς μῆλα πόρεν χνοάειν·
τῇ δ’ ἄρ’ ἑβδομάτῃ τὸ γαμήλιον ἥψατο φέγγος,
ἐκ δὲ γάμων πέμπτῳ παῖδ’ ἐπένευσεν ἔτει.
Αἰαῖ, τηλύγετον δειλὸν τέκος, ἥμισυ πατρός
σοῦ γ’ ἐκάης δυεροῦ μέτρον ἑλὸν βιότου.
Πένθος δ’ αὖ πισύρεσσι παρηγορέων ἐνιαυτοῖς
τῇδε πόσου σοφίῃ τέρμ’ ἐπέρησε βίου».
(Anth. Pal. XIV, 126)
Traduzione:
«Questa tomba rinchiude Diofanto e, meraviglia!
dice matematicamente quanto ha vissuto.
Un sesto della sua vita fu l’infanzia,
aggiunse un dodicesimo perché le sue guance si coprissero della peluria dell’adolescenza.
Dopo un altro settimo della sua vita prese moglie,
e dopo cinque anni di matrimonio ebbe un figlio.
L’infelice (figlio) morì improvvisamente
quando raggiunse la metà dell’età che il padre ha vissuto.
Il genitore sopravvissuto fu in lutto per quattro anni
e raggiunse infine il termine della propria vita».
Età di Diofanto:
Chiamiamo L la durata della vita di Diofanto e traduciamo in simboli matematici il suo epitaffio:
“La sua vita duro’ 1/6 della sua vita (L/6). L/12 fu il tempo della sua adolescenza, poi, prima del matrimonio passo’ un tempo pari a L/7, 5 anni più tardi gli nacque un figlio. L/2 duró la vita del figlio e prima di morire Diofanto visse altri 4 anni”.
Quindi la somma totale:
L=L/6+L/12+L/7+5+L/2+4
Semplificando l’equazione otteniamo:
L= (25/28)L+9
e quindi L=84.
Diofanto morì, quindi, a 84 anni con l’ultimo dei suoi problemi. Insomma, l’obolo dell’eternità, senza aver dato assolutamente i numeri, è stata proprio la fede matematica. Si sa che “la vita è come una parabola (quindi, un luogo geometrico!): si ha un inizio, un apice e una fine”. Più matematico di così, si muore, allora! Ahahah…
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