Signori Commissari Prefettizi, Vi scrivo non per lagnarmi di Vostri atti non conformi alle regole stringenti dell’amministrazione straordinaria, resasi indispensabile nell’opera di supplenza di una classe dirigente lametina che è stata capace, nell’arco di qualche decennio, di farsi mandare a casa tre volte.

Mi permetto di farlo, da educatore di professione, incapace di tollerare l’assenza di stile soprattutto in chi, per il ruolo pubblico che riveste, ne sottovaluta, spesso inconsapevolmente, la portata.

L’altro giorno sui giornali locali è stata pubblicata la notizia dello sgombero del campo di Scordovillo entro il 2020, senza dire una sola parola sul destino dei nostri concittadini nomadi, pur sapendo che una parte di essi preferirebbe, all’esodo senza prospettiva, la permanenza nell’indecenza igienico sanitaria e sotto tetti avvoltoi da lamiere contorte. Quale futuro per loro?

Quale futuro per quell’area? Ci sarà spazio per una prospettiva di riqualificazione, anche abitativa, per le famiglie Rom che avranno difficoltà ad andare via? Sarà possibile veder cadere gli attuali recinti e trasformare il tutto in spazio di accoglienza e di inclusione sociale?

O sarà, quando voi non ci sarete più, preda prediletta della speculazione ansimante? Sempre da educatore, e questa volta anche con un forte moto di indignazione, Vi chiedo come sia stato possibile che un’associazione, la Lucky Friends, che lavora da molti anni per togliere bambini, portatori della trisomia 21, dall’isolamento e dalla solitudine, trovare i cancelli sbarrati del Palazzo Panariti senza che qualcuno li avvisasse e spiegasse loro le ragioni profonde della sottrazione di uno spazio indispensabile per condividere con gli altri la gioia di stare insieme.

Mi scuso per la foga pedagogica e Vi chiedo, se avrete l’amabilità di rispondermi, di andare al di là del ruolo «funzionale» spesso, e giustamente, intessuto di riferimenti a codici e a norme che, purtroppo, con i sentimenti hanno poca familiarità.
Distinti saluti
Ins. Fiore Isabella