Georgi Gospodinov (terzo da sx)
18 ottobre 2021
Georgi Gospodinov (terzo da sx)

BLOG-le firme di Reportage

LITWEB. Premio Strega Europeo a Georgi Gospodinov per «Cronorifugio», la clinica del passato


di Ippolita Luzzo
Georgi Gospodinov, con il romanzo «Cronorifugio» (Voland) si aggiudica il #PremioStregaEuropeo 2021. Il riconoscimento è stato assegnato anche a Giuseppe Dell’Agata, traduttore del libro vincitore, quale segno tangibile dell’importanza che hanno le traduzioni come strumento di dialogo e di conoscenza. 245842293_630663128061689_1181173777169295975_nIl Premio Strega Europeo è promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, dall’azienda Strega Alberti Benevento, dalla Casa delle letterature dell’Istituzione Biblioteche di Roma Capitale, in collaborazione con BPER Banca, Salone internazionale del Libro e Fondazione Circolo dei Lettori di Torino. Già a luglio nel blog Il Regno Della Litweb avevo scritto un pezzo che ora riporto in omaggio ad un grande scrittore e alla Casa editrice Voland di Daniela Di Sora, sempre attenta verso gli scrittori di qualità.
«Max Marra e Gospodinov in Cronorifugio di Ippolita Luzzo» (http://trollipp.blogspot.com/2021/07/max-marra-e-godospinov-in-cronorifugio.html?m=1)

“Di continuo produciamo passato. Siamo fabbriche di passato. Macchine viventi di passato, cos’altro? Mangiamo tempo e produciamo passato. Nemmeno la morte è una soluzione.” E nel domandare dove va tutto il passato a me viene da rispondere a Gospodinov e al suo libro Cronorifugio che il passato sta tutto nell’arte. Ieri sera al Complesso monumentale San Giovanni, a Catanzaro, c’erano le acqueforti e litografie di Chagall ad illustrare la Bibbia, il percorso, di stanza in stanza, ci portava alla presenza degli Ebrei in Calabria e infine al Ghetto, al passato recente, al Novecento, secolo di orrori.

La storia stava tutta in quella stanza con le opere artistiche di Max Marra, con quel rosso spennellato su un passato orribile, sull’esodo, su anni che furono senza senso, perché senza senso è la guerra, la tortura, la violenza. Qui La tradotta della vergogna.  Nella stessa stanza i colori brillanti delle ceramiche di Antonio Pujia, con i simboli del popolo ebraico, il candelabro, la melagrana, la stella.

Si andava da una parte all’altra della stanza, ritornando sempre su Max Marra, su quel modo semplice di denunziare l’orrore che l’arte, la grande arte possiede, e improvvisamente io capisco i tagli e le cuciture che Max Marra ha poi impresso alla materia nel corso degli anni, come viene testimoniato dalla mostra al Marca, Museo delle Arti, di Catanzaro. “L’inquieta bellezza della materia” a cura di Teodolinda Coltellaro, inaugurata il 25/06/2021 sarà visitabile fino al 07/09/ 2021.Come dice Gospodinov” Dove vanno a finire tutte quelle storie cominciate e non finite, quelle relazioni interrotte che ancora sanguinano, tutti gli amanti piantati e tagliati via- “tagliati via” non a caso è una espressione da macellaio” 

Tutto viene cucito nell’arte, con Max Marra che con “mano pietosa” scrive Teodolinda Coltellaro, non teme di estetizzare la sporcizia, non teme, scrivo io, di cucire il passato. Recupera, riesuma, con iuta, corda, stoppa e cere, catrame, oli, ossidi, carbone, e “Tutto il mio fare ha la memoria del vissuto” Sembra Max Marra il personaggio del libro di Godospinov, che vuole aiutare quanti hanno perso la memoria a riappropriarsi dei loro ricordi.

Guardando le pance cucite di Max Marra io mi sentivo inquieta, ora non più, ora dopo aver appreso che il nostro organo per il tempo è l’arte, potrei rispondere alla domanda che Thomas Mann si fa nelLa montagna incantata. Potrei rispondere con un’opera di Max Marra.  Diamo all’arte il compito di usare il tempo come materia, la materia come tempo, e diamo agli artisti, ma chi siamo noi a dare? Sono gli artisti a dare a noi il passato nel presente con il dono della loro arte.


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