Il teatro è immaginazione. Il teatro è invenzione. Il teatro è stupirsi di come un pezzo classico, tratto dalle metamorfosi di Ovidio, Venere e Adone, riscritto da Shakespeare, viene portato in scena da Roberto Latini in un continuo oh di meraviglia. Il fine dell’uomo è la meraviglia, la conoscenza è la meraviglia e poi il sorriso sulle umane vicende pur sconsolate e sconsolanti.
Roberto Latini riesce a trafiggerci col suo dardo, con lo stesso dardo innamorato con cui si presenta sulla scena, ci fa innamorare del teatro, quello vero, ci regala una felicità fanciullesca nel gioco col cane robot, un giocattolo con cui abbracciarsi la sera per consolare la umana necessità di un corpo accanto. Finisce con un quadro lo spettacolo di Roberto Latini, voce corpo e servizio prestato alle scene, lui stesso fa e disfà le scene, lui stesso è Eros, Adone, Venere e Re, lui stesso rimette a posto ogni oggetto, sistema e poi scende tra noi per dirci la sua scelta. Non più i grandi teatri tradizionali, ma privilegiare i teatri come questo, dove si è liberi di fare, di scegliere, di creare, teatri dove ancora autentico vive l’amore per il teatro.
E “Ora è l’inverno del nostro malcontento”. Riccardo III, atto 1, scena 1, Shakespeare. Amando il teatro vero nella frase che Roberto Latini ci lascia in testa fra amore che viene e amore che vai.
Ippolita Luzzo
«Venerdì 8 dicembre, ore 21.15, al Teatro Comunale di Badolato Roberto Latini mette in scena uno dei più sorprendenti miti delle Metamorfosi di Ovidio. Attore, autore, regista tra i più acclamati dal pubblico e dalla critica in Italia. Tra gli altri ha ricevuto il premio Sipario nell’edizione 2011, il premio UBU 2014 e 2017 e il premio della critica 2015.Latini porta in scena lo stesso argomento che scelse Shakespeare quando nel 1593 i teatri a Londra furono chiusi per la peste: VENERE E ADONE-Siamo della stessa mancanza di cui sono fatti i sogni, di e con Roberto Latini, musiche e suono Gianluca Misiti».