Le piogge di questi giorni rappresentano l’ultima chance per i cercatori di funghi, i quali guardano al cielo e per terra sperando in una svolta dopo una estate di frustrazioni e cesti vuoti che ha colpito in realtà anche tanti buongustai con i prezzi che hanno superato i 35 euro al chilo per i più pregiati porcini.
E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare «gli effetti nei boschi dell’andamento climatico dell’estate che si classifica come la quarta più siccitosa di sempre con la caduta del 41% in meno di precipitazioni, ma che conquista il posto d’onore per il caldo con una temperatura superiore di 2,48 gradi alla media, inferiore solo a quella registrata nel 2003».
Le poche precipitazioni che si sono verificate finora sono state rapide e violente mentre, sottolinea la Coldiretti «la nascita dei funghi per essere rigogliosa richiede come condizioni ottimali terreni umidi senza piogge torrenziali, una buona dose di sole e 18-20 gradi di temperatura all’interno del bosco».
«L’attività di ricerca», prosegue la Coldiretti «negli gli oltre 10 milioni di ettari di bosco che coprono quasi 1/3 della superficie italiana, non ha solo una natura hobbistica che coinvolge in autunno moltissimi vacanzieri, ma svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici».
A rischiare di rimanere a secco sono anche le numerose feste e sagre locali che tradizionalmente si moltiplicano nel mese di settembre lungo tutta la Penisola.
«Ma con l’annata nera», denuncia la Coldiretti «c’è il rischio che vengano spacciati come nazionali i funghi importati dall’estero». Per questo invita «a verificare l’indicazione, il luogo di raccolta o coltivazione, che devono essere riportati obbligatoriamente in etichetta o su appositi cartellini. Una garanzia per sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare».
«Si spera nell’arrivo di porcini, finferli, trombette, chiodini e le altre numerose specialità note ma è necessario», conclude la Coldiretti «evitare le improvvisazioni e seguire alcune importanti regole, che vanno dal rispetto di norme e vincoli specifici presenti nei diversi territori, alla raccolta solo di funghi di cui si sia sicuri, senza fidarsi assolutamente dei detti e dei luoghi comuni. In caso di incertezza, è bene rivolgersi sempre per controlli ai Comuni o alle Unioni micologiche».