M5S, né Conte né Crimi: 'palla' ora passa a Grillo
7 febbraio 2022

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M5S, né Conte né Crimi: ‘palla’ ora passa a Grillo


Né Giuseppe Conte tantomeno il vecchio capo politico, a lungo reggente, Vito Crimi. L’ordinanza del Tribunale di Napoli che ha sospeso il nuovo statuto del M5S e la nomina di Giuseppe Conte a presidente mette fuori gioco i vecchi e nuovi vertici del Movimento, nel passaggio in cui viene messo nero su bianco che appare “invalida anche la delibera del 5 agosto 2021 con cui è stato nominato il presidente dell’ente. In via assorbente, va fatto rilevare che lo statuto in vigore prima della sua modifica, che come visto al punto 3 risulta illegittima, non prevedeva la figura del presidente quale organo dell’associazione. Pertanto la sua nomina appare a sua volta in contrasto con le regole statutarie ai sensi dell’art. 23 c.c.”.

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L’unico che può sbrogliare la matassa, o quanto meno tentare di fare uscire il M5S dall’angolo in cui si trova, è Beppe Grillo. A spiegarlo con chiarezza all’Adnkronos è Lorenzo Borrè, l’avvocato degli attivisti che hanno presentato il ricorso a Napoli terremotando, ancora una volta, il Movimento 5 Stelle. “L’unica cosa che possono fare ora la può fare Beppe Grillo – chiarisce -: indire le votazioni del comitato direttivo del M5S, come fece lo scorso 29 giugno. E ripartire da lì. Solo dopo aver votato il nuovo comitato direttivo, si possono eleggere i nuovi membri del comitato di garanzia, i probiviri, ecc.. Qualsiasi altra decisione può essere facilmente impugnata. Insomma, la parola al popolo pentastellato”. Intanto il garante del M5S tace, mentre dal suo staff fanno sapere all’Adnkronos che non è prevista una trasferta imminente a Roma.

L’ordinanza del Tribunale di Napoli porta di fatto le lancette del M5S a un anno fa, quando su Rousseau venne sancita la fine della guida unica del Movimento e l’inizio di una governance collegiale. Dallo statuto del M5S, in seguito al voto di 9.499 iscritti alla piattaforma digitale, nel febbraio 2021 venne infatti stralciata la locuzione ‘Capo politico’ e sostituita con quella di ‘Comitato direttivo’, l’organismo che oggi dovrebbe essere votato online, con un voto indetto, appunto, dallo stesso Grillo. Il nuovo Comitato direttivo – chiesto a gran voce da diversi big agli ‘stati generali’ del M5S, tra questi l’ormai ex Alessandro Di Battista – avrebbe dovuto essere composto da cinque personalità scelte dall’Assemblea degli iscritti al Movimento e restare in carica per tre anni.


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