Nuove prospettive per il trattamento delle malattie cardiovascolari: stent biocompatibili e supersottili che si riassorbono nei tessuti dopo la guarigione della lesione coronarica.
È l’obiettivo che si propone di realizzare entro il 2020 il progetto europeo «Bi-Stretch-4-Biomed», coordinato dall’ENEA.
Questi dispositivi innovativi saranno fabbricati in acido polilattico, il polimero dell’acido lattico – lo stesso dei punti di sutura riassorbibili – a cui verranno aggiunte delle nanoparticelle di solfuro di tungsteno, un materiale biocompatibile e non tossico per l’organismo, per una maggiore resistenza meccanica e una maggiore facilità di posizionamento (il tungsteno è visibile agli strumenti radiografici mentre il polimero è trasparente).
Ma non è tutto. Oltre a maggiore resistenza e sicurezza questi stent saranno due volte più sottili di quelli attualmente disponibili (150 micron) e anche per questo più facilmente applicabili e posizionabili lungo il percorso arterioso.
Lo stent verrà riassorbito completamente in due anni, restituendo ai vasi la naturale funzionalità ed elasticità e contribuendo in questo modo a ridurre il rischio di patologie infiammatorie croniche o di fratture dell’arteria come quelle osservate negli stent metallici.
Per queste caratteristiche il nuovo stent è particolarmente indicato per pazienti giovani che potrebbero avere necessità di sottoporsi a nuovi interventi.
Per la notizia completa http://www.enea.it/it/Stampa/news/salute-enea-al-via-progetto-per-protesi-cardiovascolari-supersottili