Manovra, perché Giorgetti fa bene a temere i mercati
19 settembre 2023

News

Manovra, perché Giorgetti fa bene a temere i mercati


Le parole di Giancarlo Giorgetti sono simili a quelle che tutti i ministri dell’Economia hanno sempre usato alla vigilia di una manovra. Spetta al titolare di via XX Settembre difendere i conti pubblici dall’assalto che puntualmente le forze della maggioranza muovono alle poche risorse disponibili per sostenere la politica economica. Si dirà, è il suo mestiere. Non prendere però nella giusta considerazione quello che il ministro ha voluto evidenziare sarebbe riduttivo, e pericoloso.

Cosa ha detto Giorgetti

“A me non fa paura la Commissione europea, a me fanno paura le valutazioni dei mercati che mi comprano il debito pubblico”, ha detto Giorgetti, spiegando anche in maniera puntuale cosa intende: “A un certo punto si tira una linea, il bilancio deve quadrare: il Parlamento a breve dovrà approvare il numeretto del deficit” e “bisogna che sia un numero ragionevole che dimostri la volontà del Paese di tornare a una politica fiscale prudente”.

A chi parla il ministro

Dire esplicitamente che fanno “paura le valutazioni dei mercati” che comprano il debito pubblico vuol dire ammettere che non è percorribile l’ipotesi di ignorare il rischio concreto che lo spread possa tornare su livelli di guardia e che una nuova ondata di speculazione possa colpire l’Italia. Con i mercati, è la premessa del ministro dell’Economia, è indispensabile fare i conti. Per questo parla del numero che indica il deficit come di un numero che “deve essere ragionevole” e che deve dimostrare “la volontà del Paese di tornare a una politica fiscale prudente”. E’ un avvertimento esplicito alle forze della maggioranza, su diversi fronti. Quello più immediato riguarda le richieste e le misure di bandiera che dovranno avere molto meno spazio di quanto possano immaginare. L’altro, più strutturale, riguarda il rapporto con l’Europa. Se i mercati devono far paura, per ragioni oggettive, non deve far paura la Commissione europea. A questo, pensando al negoziato sul nuovo Patto di stabilità, all’attuazione del Pnrr e alla ratifica del Mes, serve il richiamo alla politica fiscale prudente. Che non vuol dire una politica rinunciataria, perché la politica fiscale prudente, con i mercati che concedono fiducia e non penalizzano scelte avventuriste, può aprire e non chiudere nuovi margini di manovra.

Dalla manovra alla disciplina di bilancio Ue

Il momento secondo Giorgetti è “decisivo”. Non tanto per la manovra, quanto per regole che possono cambiare la prospettiva: “Un crocevia storico è quello che abbiamo discusso nell’ultimo Ecofin, è la nuova governance economica che si dovrà tradurre in un nuova disciplina di bilancio”. Per questo ha ragione ad aver paura dei mercati e non della Commissione Ue. (Di Fabio Insenga)


Leggi anche...



News
Sinner, complimenti e sfida ad Alcaraz: “Per...

Dopo la sconfitta, la nuova sfida. Jannik Sinner è stato battuto da Carlos Alcaraz nella...


News
Sinner, svanisce il sogno. Alcaraz re di Roma,...

Jannik Sinner ha perso la finale degli Internazionali d'Italia 2025. Il tennista azzurro...


News
Giovanni Allevi, la scoperta della malattia:...

"La mia anima è disperatamente aggrappata alla vita", così Giovanni Allevi parla della sua...


News
Lecce, spara a moglie e poi si uccide: donna morta...

E' deceduta stamane all'ospedale 'Vito Fazzi' di Lecce, M.T.P., la donna di 82 anni, ferita...