Questo, ha rimarcato Meloni parlando ai suoi, “significa rinviare alcune delle nostre storiche rivendicazioni“, da riprendere “quando liberemo altre risorse, perché su questo sono ottimista, potremmo trovarci tra qualche mese a fare una variazione di bilancio che ci consente di spostare risorse”. Oggi però “bisogna lavorare a saldi invariati”, ha proseguito la presidente del Consiglio, il che “vuol dire” che ogni voce di spesa deve “trovare delle compensazioni”.
Meloni ha poi messo in guardia i deputati e i senatori del suo partito ponendo un ‘freno’ preventivo al suk degli emendamenti che ogni anno accompagna la presentazione della manovra: “Quando arriva legge di bilancio tutti voi siete subissati di richieste: associazioni, movimenti, amici, gente che fa le proposte, cittadini comuni… E’ normale”, ma “non si prendono gli emendamenti e si presentano. Non funziona così”, ha detto Meloni. “La gerarchia dei gruppi funziona esattamente per mantenere ferma una visione, procedere con velocità, selezionare gli emendamenti compatibili. Ma non è un bazar: non è una situazione in cui uno arriva e fa come gli pare”, altrimenti “siamo morti”, l’avviso della premier, la quale ha poi ricordato come la legge di bilancio rappresenti “il momento più delicato del lavoro parlamentare di un anno”.