Questa parte d’Italia è ad un bivio: o si sceglie la strada del bene, oppure resta la rassegnazione del presente. E quindi le nebbie che alimentano il male.
Scegliere la prima ipotesi non è facile. Occorre coraggio e passione civile. Come si suol dire, occorre «metterci la faccia». Chi vive la Politica come strumento di crescita collettiva, non può tacere. Ha il dovere morale di esprimere e affermare le proprie opinioni. Per contribuire ad alimentare una coscienza popolare.
La notizia dell’indagine su Domenico Lucano non scalfisce di un millimetro l’enormità umanitaria della sua azione. Di sindaco. E di uomo che vive per l’utopia possibile.
Massima fiducia nella magistratura, nella certezza che verrà fuori la verità. Quella vera. E il modello Riace, del quale il mondo intero parla ed è assunto come riferimento assoluto di buona pratica sociale e politica, ne uscirà rafforzato.
Mimmo è il compagno dell’essere e non dell’apparire. A lui non interessa la scena mediatica. Il suo obiettivo costante è dare vita a chi fugge da terre lontane, dove l’unica certezza è la guerra e la morte. Mimmo ha paura del denaro. Anzi lo considera il male che corrode l’uomo e il mondo. Sulle banconote che ha creato vi sono i volti di madre Teresa, di Gianluca Congiusta, Peppino Impastato, Che Guevara.
I colori e il profumo di una società più umana. Più giusta. Sono le banconote che hanno salvato e dato nuovo respiro a un borgo isolato di una terra bella e amara. Mimmo a Riace non ha assunto né mogli, né figli, né parenti. Né amici degli amici. La Magistratura farà il suo corso. È giusto che sia così.
Da questa postazione voglio dire a Mimmo: Non mollare. Perché gli ultimi, che con le barche della disperazione approdano a Riace, non possono restare soli.
Giuseppe Terranova
Dirigente Pd e responsabile Dems Calabria