Un albero secco, filo spinato, scarpe vecchie, un muro di mattoni. Sullo sfondo Antonio Saffioti che, tra le tante battaglie della sua vita, accanto alla lotta per la vita indipendente e i diritti delle persone con disabilità, ha scelto chiaramente da che parte stare e invitava tutti a schierarsi: contro l’odio, l’indifferenza, la chiusura; dalla parte degli ultimi di ogni luogo che bussano alle nostre porte per chiedere aiuto.
E’ il messaggio che, in occasione del Natale, ha voluto lanciare il papà di Antonio, Pino Saffioti, allestendo in uno spazio della propria casa, utilizzato abitualmente da Antonio per incontri con le persone, un albero di Natale particolare: ai rami, al posto delle tradizionali palline, le foto dei bambini sui barconi nel Mediterraneo, al confine tra Polonia e Bielorussia, in ogni luogo del mondo dove i diritti umani vengono calpestati dall’odio e dall’indifferenza di chi si volta dall’altra parte o, in nome della propaganda, punta il dito contro gli ultimi “colpevoli” di scappare da guerre e condizioni di vita inumane. Attorno all’albero, avvolto dal filo spinato, come quello che segna i confini tra gli Stati per non far oltrepassare migliaia di persone in fuga dai loro Paesi, le ciabatte e le scarpe di tanti bambini che stanno scappando dalla Bielorussia verso l’Europa, il bianco del freddo e della neve.
Un albero spoglio e secco che – sottolinea Pino Saffioti – “vuole lanciare un messaggio all’Europa e a tutti noi: se non accogliamo, se non apriamo il cuore agli ultimi, restiamo secchi e spogli, come questo albero”. Ai piedi dell’albero, un bambinello avvolto in un panno di lana grezza.
Pino Saffioti lancia una proposta via social, sul profilo di Antonio https://www.facebook.com/600690333/videos/282404977186752/ :
“per Natale avvolgiamo in una coperta di lana Gesù Bambino, con il pensiero e il cuore ai tanti bambini che, senza scarpe e con pochi vestiti addosso, sono al freddo, nei campi profughi o sui barconi del Mediterraneo, immobilizzati dalla paura di fronte ai confini sbarrati dal filo spinato. Facciamo Natale aprendo il cuore a tutti gli ultimi, come faceva Antonio”.
Antonio Saffioti è scomparso nel giugno 2020, a 37 anni, dopo una vita segnata dalla distrofia muscolare di Duchenne e dalla lotta per i diritti di tutti, della vita indipendente e delle persone con disabilità, dei migranti, di tutti coloro che stanno ai margini della società. Attivo nel mondo del terzo settore e dell’associazionismo culturale, è stato per diversi anni vicepresidente della FISH Calabria