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8 maggio 2025

News Lamezia e lametino

Nel nome del sacrificio e della giustizia: due nuovi luoghi della memoria a Lamezia


LAMEZIA. Si terrà oggi, giovedì 8 maggio 2025, la cerimonia di intitolazione di due nuove aree pubbliche promossa dall’Amministrazione comunale di Lamezia Terme e dalla Commissione consiliare per la Toponomastica.

Alle ore 17:00, sarà intitolata ai Fratelli Pasqualino e Luigi Rumoro la piazzetta adiacente a Via Fratelli Bandiera, Via Nicola Misasi e Via Giovanni Verga. Originari di Sambiase, i due giovani furono vittime della Prima guerra mondiale, a distanza di un solo anno. In pochissimo tempo,  la famiglia Rumoro subì la perdita di entrambi i figli, un lutto gravissimo che rappresenta il sacrificio estremo compiuto da molti giovani italiani in quel tragico conflitto. Il loro nome, inciso ora nello spazio urbano della città, assume il valore di testimonianza viva della dedizione alla Patria, della sofferenza privata che si fa memoria collettiva. Intitolare loro una piazzetta significa restituire loro un posto simbolico nel cuore della comunità, affinché il loro sacrificio non venga mai dimenticato.

Alle ore 18:00 invece, nei due piazzali antistanti il Cimitero di Sambiase, sarà invece intitolato uno spazio al Giudice Gaspare Porchia, figura centrale nella storia giudiziaria lametina e calabrese. Nato a Sambiase il 9 settembre 1912, dopo gli studi al Liceo Galluppi di Catanzaro e la laurea in Giurisprudenza conseguita a Napoli nel 1938, intraprese la carriera in Magistratura nel 1941. Svolse tutta la sua attività tra il Tribunale di Nicastro e la Corte d’Appello di Catanzaro, senza mai lasciare la sua terra nonostante le possibilità di avanzamenti e trasferimenti in sedi più prestigiose. Conclusa la carriera con il grado di Presidente di sezione della Corte di Cassazione, Porchia rimase per tutti un punto di riferimento morale e culturale: disponibile, rispettoso della professione forense, colto e umano, fu figura amata e autorevole nella Sambiase del suo tempo. Amava passeggiare e conversare in piazza Fiorentino, il “salotto buono” della città, immortalato nei versi del poeta dialettale Salvatore Borelli, che ne colse lo spirito vivo e autentico. La sua morte, avvenuta il 31 gennaio 2000, lasciò un grande vuoto tra colleghi, familiari e concittadini.

Le due intitolazioni si inseriscono nel solco tracciato dall’Amministrazione comunale e dalla Commissione consiliare, impegnate da tempo in un percorso volto a valorizzare, attraverso la denominazione degli spazi pubblici, le figure che hanno saputo incarnare i valori della dedizione, della giustizia, del sacrificio e dell’amore per la comunità. Intitolare uno spazio urbano non è solo un atto formale: è un gesto di memoria attiva, un modo per tramandare valori e storie, e costruire un legame duraturo tra passato e presente.


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