Te ne sei andato via di mattina, dopo il tuo ultimo caffè, lasciandoci attoniti ed orfani.
Orfani della tua voce, del tuo pensiero libero, della tua capacità di render bello anche il dolore. In pochi giorni ci hai lasciato, velocemente, mentre piano, con calma, ma con urgenza ci parlavi. Con parole e sguardi. Quegli sguardi che ben riconoscevo, fatti di parole già dette e di raccomandazioni. Le ore trascorse insieme sono state un patrimonio di cultura, emozioni ed insegnamento che custodirò preziosamente.
Con te è andata via l’ultima persona con la quale parlare era sempre una lectio magistralis. Zio Pasqualino, ti chiamavo, da quando un giorno una commessa ti disse quanto era dolce vedere fare acquisti nonno e nipote e tu le rispondesti…sono lo zio, non sono così vecchio da essere suo nonno.
Oggi, il tuo compleanno, nel giorno della ricorrenza della dipartita di tuo fratello Francesco, Ciccio per noi cari. Una data che da 32 anni vi univa ancor di più. Te ne sei andato con discrezione ed eleganza, il 3 marzo, Pasquà, u jurnu du cà, come scrivesti tu. Auguri di cuore amico mio.
Daniela Fittante