Le frasi che hanno innescato il caso sono state pronunciate da Mori la scorsa settimana. Durante una riunione del Comitato olimpico giapponese, nel corso della quale si discuteva la possibilità di aumentare il numero di donne nella catena di comando dell’organismo, il numero uno del comitato organizzatore ha affermato: “Le riunioni del board con molte donne richiedono più tempo. Le donne sono competitive. Quando una persona alza una mano per parlare, a quanto pare anche altre si sentono obbligate a parlare. Quindi, tutti parlano”.
Mori si è poi scusato per le sue affermazioni, ma questo non è bastato a fermare le polemiche. Le pressioni su un suo passo indietro sono arrivate da più parti: le sue parole sono state stigmatizzate da alcuni main sponsor delle Olimpiadi, tra cui la Toyota, e dallo stesso Comitato olimpico internazionale che le ha definite “assolutamente inappropriate e in contrasto con gli impegni del Cio e con le sue riforme dell’agenda 2020″.