Essere un direttore di Oratorio significa sentire dentro di te una figura fantastica anzi due, San Filippo Neri e San Giovanni Bosco, due sacerdoti di due epoche diverse e due luoghi diversi.
Il primo a Roma ,con i suoi quartieri poveri del 1500. Il secondo a Torino ,una città che iniziava a vivere nel 1900 la ripresa economica grazie alle industrie ma viveva pure il degrado di alcuni quartieri. Don Filippo raduno’ attorno a sé un gruppo di ragazzi di strada , maschi e femmine, li faceva divertire giocando e cantando, li avvicinava alle celebrazioni liturgiche, creò una organizzazione tale da poter essere considerata Oratorio e per questo fu proclamato Santo nel 1622. Nel 1575 Papa Gregorio XIII proclamò il suo Oratorio vera congregazione.
Oggi in Oratorio si propone il film “Benvenuti in Paradiso” per far conoscere a 360 gradi l’operato del Santo Sacerdote ed i fantastici risultati ottenuti con i suoi ragazzi . Giovanni Bosco oltre che sacerdote era anche pedagogo. Dedico’ la sua vita all’educazione degli adolescenti. Ha fondato la congregazione dei Salesiani e delle figlie di Maria Ausiliatrice. Fece un sogno da ragazzo. Divenuto adulto andava per le strade di Torino per osservare i giovani disagiati e nelle carceri i giovani carcerati, ne fu colpito.
L’8 Dicembre incontro’ in sagrestia un giovane, Bartolomeo Garelli, che fu il primo ragazzo di quel grande gruppo che rappresentò il primo oratorio salesiano. Nei tre giorni di preparazione alla festa tornerò su don Bosco, patrono degli educatori, scolari, giovani e studenti. Ma parliamo di Oratorio oggi, 2024, altra epoca. Formazione: senza formare gli animatori non puoi aprire un oratorio. Programmazione ed obiettivi, tempistica di apertura e monitoraggio attività e risultati. Il sistema di don Bosco era preventivo e noi in Oratorio dobbiamo prevenire.
Educare la ragione come don Bosco in primis, poi religione ed infine amore. In Oratorio l’animatore dovrà osservare, stare accanto al giovane, ascoltarlo, dialogare con lui, mai redarguirlo davanti agli altri. Bisogna educare in Cristo e poi offrire al giovane momenti di svago e protagonismo quali teatro, musica, gioco, sport. In ultimo individuarne le potenzialità, insegnare arte e mestieri, proporre un futuro.
È passato un mese dalla formazione degli animatori e l’oratorio ha aperto le porte. Nel cortile i ragazzi giocano a pallone, ragazzi e ragazze a pallavolo e pallacanestro. Nelle sale c’è grande movimento, alcuni giovani recuperano materie scolastiche , altri tirano di scherma, altri pattinano, in altre aule di propone il corso di taglio e cucito, di canto, giornalismo, la scuola di icone, la scuola di informatica, c’è un via vai di volontari e giovani entusiasti. Molti giovani ci chiedono di voler imparare un mestiere e noi li accontentiamo, scuola di cucina, di falegnameria, di microelettronica etc etc.
Leggo un orario fantastico alla porta d’ingresso dell’oratorio, dal lunedì al sabato tantissime attività suddivise per ore durante il pomeriggio. L’oratorio sembra una scuola allegra e dinamica. Obiettivo: educare il giovane ed avviarlo alla vita. È tutta una preghiera ed una lode a Dio, c’è anche il cinema ed il teatro. Oggi in teatro si prepara la passione di Gesù ed al cinema in settimana si potranno vedere quattro film per iniziare: Don Bosco, Preferisco il Paradiso, Fratello Sole Sorella Luna e Se non avessi l’amore, il film sul Beato Frassati perché il mio primo oratorio da direttore l’ho chiamato Oratorio Beato Frassati. Quanto scritto già si vive oggi in qualche oratorio. Il resto è una vera impostazione ed un programma. Consideriamola la prima lezione, vi aspetto alla seconda. Dimenticavo, “fate innamorare i ragazzi”, amare Gesù significa amare e desiderare la vita dell’Oratorio.