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21 marzo 2024

News Lamezia e lametino

Ospedale Lamezia: nasce il Comitato “La Sanità che vogliamo” contro il declassamento della struttura a conclusione dell’assemblea pubblica di ieri sera


LAMEZIA. Nella sala gremita del Chiostro di San Domenico si è svolta ieri sera l’assemblea pubblica FUTURO INCERTO, convocata dalla consigliera regionale Pd Amalia Bruni, per discutere del Decreto n.69 del 14 marzo firmato dal presidente Occhiuto che riorganizza la sanità regionale e lametina, e che di fatto (come da coro unanime proveniente da più parti politiche e non) declassa l’Ospedale lametino.

Prima di iniziare Amalia Bruni ha dato la notizia dell’improvvisa scomparsa del dottor Butera, amato medico e primario dell’ospedale lametino, al quale è stato dedicato un minuto di silenzio da tutti i presenti. Bruni ha quindi  illustrato il documento, fornendo un’attenta disamina, spiegando dove e come è nato il declassamento dell’Ospedale lametino e come la nascita di Azienda Zero ridisegna la sanità della Calabria Centrale. Applicando il DM 70, che stabilisce il numero dei posti letto e il numero delle Unità complesse e semplici, si aggiungono posti ad Azienda Zero che ha 24 Unità complesse sottraendoli ad altre strutture come Lamezia Terme. Da qui la scomparsa degli Ssd e la conseguenziale scoparsa di interi reparti. «Non ci convince quanto detto da Occhiuto che agisce come “un turista per caso” che sta minimizzando il tutto, non ci convince quando dice che  chiederà modifiche e che tornerà tutto come prima, anzi è ancora peggio perchè già il documento precedente non andava bene» ha aggiunto Amalia Bruni, «Noi abbiamo bisogno di una sanità che eroghi servizi, che fornisca risposte ai cittadini e che non sia un mero calcolo matematico». La preoccupazione è tanta e non è una questione di colore politico, secondo Bruni, che vede questo incontro «come momento importante che coinvolge tutta la città di Lamezia, nessuno escluso, a difesa della sanità pubblica che a Lamezia ha sempre avuto grandi professionalità e ha erogato buona sanità a tutti i calabresi e non solo ai lametini».

Fiore Isabella del Tribunale per i diritti del malato, ha esposto le problematiche con cui impattano tutti i giorni gli utenti e che lo sportello del TDM raccoglie da anni. E’ necessaria una sanità accessibile a tutti, ai più deboli e ai più fragili, che da tempo ormai sono costretti a ricorrere al privato o a non curarsi affatto, ci vogliono più servizi e non la mannaia di Occhiuto che si abbatte indiscriminatamente per tagliarli.

Domenico Giampà, sindaco di San Pietro a Maida si è detto molto preoccupato per il prossimo futuro e che già da tempo nei piccoli comuni, che hanno sempre avuto l’Ospedale di Lamezia come punto di riferimento, è difficile fornire i giusti servizi ai cittadini.

Francesco Grandinetti, presidente del Pd cittadino, ha ripercorso le battaglie passate, dalla chiusura dell’Asl di Lamezia nel 2007 quando migliaia di persone scesero in piazza fino ad oggi, un ritorno al passato doloroso. “Occhiuto non pensa alle 150.000 persone che non troveranno cure nè ai più fragili che non hanno soldi per curarsi nelle cliniche private del Nord. E’ il momento di riprendere quel filo interrotto e ritornare a difendere il diritto alla salute”.

Francesco Masotti, Segretario regionale della Cgil Medici, nel suo intervento ha spiegato le gravi contraddizioni contenute del Decreto e, cosa altrettanto grave, dei tagli del Pnrr previsti per la sanità che penalizzeranno anche l’ospedale di Lamezia insieme a quelli di tutta la Calabria.

Rosario Piccioni del movimento Lamezia Bene Comune ha focalizzato l’attenzione sul documento che, anche secondo lui, presenta molte carenze, soprattutto il taglio indiscriminato delle Ssd, Strutture semplici dipartimentali, che sono quelle portanti di ogni Ospedale. La conseguenza della “scomparsa” delle Ssd nel documento avrà come conseguenza la chiusura di 7 reparti, praticamente un declassamento dell’ospedale che non potrà neanche essere definito Spoke.  «Non si spiega l’aumento di posti letto se si tagliano le SSD, così come tante altre incongruenze gravi sono davvero incomprensibili, secondo Piccioni, così come grave è la “revoca orale” del Decreto evocata nelle ultime ore dal presidente Occhiuto. E’ necessario invece un atto concreto, una revoca vera e un atto nuovo che cancelli il precedente, non escludendo di percorrere eventualmente la strada giudiziaria con un ricorso al Tar. Grave anche la vicenda dei fondi PNRR che non si sa esattamente che fine abbiano fatto, un’altra mannaia che si abbatte sulla sanità lametina e calabrese e che si tenta di minimizzare. Piccioni ha inoltre stigmatizzato il silenzio del sindaco Mascaro e l’atteggiamento dell’amministrazione comunale che ha definito “imbarazzante”, citando una discussione avvenuta tra componenti della maggioranza in mattinata durante una riunione di Commissione.

Molto sentiti anche gli interventi del presidente dell’Associazione Fibrosi Cistica, della dottoressa Caloiero, della dottoressa Suriano, della professoressa Destito.

Amalia Bruni ha tratto infine le conclusioni del partecipato incontro, dandosi come obiettivo quello di continuare a vigilare sulla vicenda e di organizzare un incontro col generale Battistini, portando nel contempo la vicenda in Consiglio regionale. Per far ciò, vista l’importante partecipazione all’incontro, si rende necessaria la creazione di un comitato che è stato battezzato dalla giornalista che ha condotto la serata, Maria Scaramuzzino, «La sanità che vogliamo».

Annamaria Persico

 

 


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