Si apre stamani a Paola, al Santuario di San Francesco, Aurea 2016, la Borsa del turismo religioso e delle aree protette. Sono due gli itinerari interregionali che Calabria e Sicilia presenteranno: I luoghi della comunità etnico-linguistica albanese e La vacanza attiva.
Per il presidente della Giunta regionale della Calabria, Mario Oliverio, si tratta di «un progetto di vacanza ispirata tra sacro e naturale che si fondono in un connubio perfetto per destagionalizzare il prodotto turistico e fortemente voluto dalle due Regioni per raccontare storia e natura attraverso i tanti eventi religiosi e popolari che caratterizzando i due territori. Un coinvolgimento realizzato nell’ambito delle azioni previste da due progetti interregionali di eccellenza e finanziati dal Por 2014/2020 con lo scopo di sviluppare un efficiente sistema di accoglienza e di accesso dedicato al segmento del turismo religioso e naturalistico e di promuovere una rete regionale di itinerari finalizzati alla realizzazione di pacchetti turistici tematici».
L’importante manifestazione internazionale, patrocinata dalla Regione e dalla Cei (Conferenza episcopale italiana), sarà aperta con la cerimonia inaugurale alla quale interverranno oltre al presidente Oliverio, l’assessore al Turismo, sport e spettacolo della Regione Sicilia Anthony Emanuele Barbagallo, il direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero e turismo della cei, mons. Mario Lusek, Basilio Ferrari, sindaco della Città di Paola, padre Gregorio Colatorti, rettore provinciale dei Minimi di San Francesco di Paola ed il dirigente generale del Dipartimento regionale Turismo, Pasquale Anastasi.
A coordinare i lavori sarà Maurizio Boiocchi, direttore responsabile della rivista Luoghi e Cammini di Fede, esperto di turismo religioso. Due, in particolare, gli itinerari sui quali Calabria e Sicilia stanno lavorando.
Per il segmento di turismo religioso, le due regioni propongono l’Arberìa: insieme delle aree geografiche dell’Italia meridionale alla quale appartiene la minoranza etnico-linguistica albanese d’Italia. Il forte attaccamento al rito religioso greco-bizantino, di matrice orientale, unito alla condizione di profughi dalla madrepatria, è stato per secoli il baluardo d’elezione di tutta la cultura arbëreshë, proprio nella terra italiana culla del Cristianesimo mondiale.
Rito religioso che ha permeato anche il patrimonio musicale, letterario, coreutico, dal momento che molti canti, danze e suoni della tradizione attingono alla religione. Si tratta di un’occasione utile per andare alla scoperta sia delle icone sacre e delle chiese, sia dell’alimentazione e della gastronomia, soprattutto legata alle pietanze rituali di alcune feste tradizionali.
Per quanto riguarda, invece, l’area naturalistica, il collante tra le due regioni è rappresentato dalle attività all’aria aperta, mettendo in rete operatori turistici con l’obiettivo di realizzare un itinerario turistico interregionale che abbia come filo conduttore la possibilità di fruire delle aree naturali protette, non solo in termini educativo-didattico, ma anche in termini dinamici, ovvero con il cosiddetto segmento turistico della vacanza attiva.
L’unione di attori pubblici e privati delle due regioni punta, così, a mettere in campo azioni che possano allo stesso tempo promuovere e tutelare la salvaguardia di questi luoghi.