Nella prima ripresa, l’atleta africana piazza 2 colpi puliti che sono sufficienti per ottenere lo score di 10-9. Stesso copione nel secondo round: stesso punteggio a favore di Khelif, che non consente a Yang Liu di portare attacchi efficaci. La pugile algerina, grazie alle lunghe leve, gestisce gli scambi e nella terza ripresa, consapevole di avere la vittoria a portata di mano, può disimpegnarsi in scioltezza. Un altro 10-9, verdetto unanime e medaglia d’oro.
Khelif è salita alla ribalta, suo malgrado, per l’ammissione alla competizione olimpica femminile dopo l’esclusione dai Mondiali 2023 per il mancato superamento di un imprecisato gender test, come sostiene l’International Boxing Association, ente non riconosciuto dal Cio. Nel primo turno, Khelif avrebbe dovuto affrontare l’azzurra Angela Carini che però si è ritirata dopo 45 secondi: “Mi ha fatto male”, le parole della pugile italiana dopo i primi 2 colpi ricevuti. Il ritiro di Carini ha innescato ulteriori polemiche che hanno infiammato i social per giorni, con abbondanza di dichiarazioni di politici in Italia.
Il presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, ha ribadito che “Khelif è una donna: questa non è una questione di inclusione, che non ha mai avuto un ruolo in tutto questo, questa è una questione di giustizia: le donne devono poter prendere parte alle gare femminili”.