Si sono svolti ieri a Limbadi i funerali di Matteo Vinci, il biologo quarantaduenne ucciso lo scorso 9 aprile dall’esplosione di una bomba collocata sotto la sua autovettura e nella quale rimase ferito il padre, Francesco, di 73 anni. Per l’omicidio di Matteo Vinci, lo scorso giugno, sono stati arrestati alcuni componenti la famiglia Mancuso.
Alle esequie, celebrate nei locali della scuola media del paese con rito civile, hanno partecipato poco più di duecento persone.
In prima fila i genitori Francesco Vinci e Sara Scarpulla, la zia del giovane, Pasqualina Corso, che ha strappato dalle fiamme Francesco Vinci, tentando di salvare Matteo, molti rappresentanti di Libera e del movimento Agende Rosse, l’avvocato Giuseppe De Pace, che da anni assiste la famiglia Vinci, il testimone di giustizia Rocco Mangiardi, il fratello di Maria Chindamo, Vincenzo, tantissimi limbadesi e nessuna autorità istituzionale.
Toccanti, le parole di Laura, compagna e promessa sposa di Matteo, la psicologa argentina, figlia di immigrati calabresi arrivata in Calabria per coronare il suo sogno d’amore, altrettando commovente la lettera della madre, affidata alla lettura di un’amica.