La segretaria spiazza i riformisti che da ieri, dopo lo smottamento ligure in direzione Calenda, chiedevano un intervento di Schlein. “Non si può ignorare il disagio”, metteva in guardia Lorenzo Guerini. Oggi la risposta della leader dem è arrivata ma, secondo la minoranza, andrebbe in direzione opposta a quella auspicata. “E’ sempre un dispiacere quando qualcuno decide di andare via – ha detto Schelin – dopodiché se noi ci rendiamo conto che qualcuno che possa non sentirsi a casa in un Pd che si batte per il salario minimo, per la scuola, per l’ambiente, per i diritti, per il lavoro di qualità, allora forse l’indirizzo era sbagliato prima”.
Le parole della segretaria arrivano dopo quelle in mattinata di Stefano Bonaccini che era stato altrettanto netto: “Sbaglia chi lascia il partito, ma si torni subito a una vocazione maggioritaria. Un Pd piccolo e radicale non serve”, abbiamo bisogno di un partito “più grande ed espansivo che punti a tornare al governo, non di un partito più piccolo e radicale. Credo che Elly sia la prima a doversi e volersi fare carico di questo”. Il presidente dem è atteso questa sera a un confronto con Giuseppe Conte alla festa dell’Unità di Ravenna.
Tra i dirigenti della minoranza si fa sentire in chiaro Piero Fassino: “Voglio sperare che le parole di Elly Schlein siano andate al di là dei suoi reali convincimenti. Non posso pensare che di fronte alla fuoriuscita di dirigenti e militanti in sofferenza, l’unica risposta della segretaria del partito sia che avevano sbagliato a scegliere il Pd. Detto peraltro a militanti e dirigenti iscritti al Pd molto prima della adesione di Elly Schlein. Ci si rallegra di chi arriva, non di chi parte”.
Non è escluso che arrivi una richiesta di chiarimento alla segretaria, magari in una Direzione. “Vediamo nei prossimi giorni, lasciamo passare la festa di Ravenna”, dicono dalle parti della minoranza.