Fonti informate escludono ci possa essere alcun contatto diretto tra Draghi ed Erdogan, che nelle settimane scorse aveva tra l’altro più volte espresso l’intenzione di venire a Roma l’11 giugno per la partita inaugurale degli Europei Turchia-Italia, con l’opera di ricucitura affidata ai diplomatici, chiamati a trovare un modo per ridurre la tensione. “Le condizioni per la riappacificazione dipendono dall’offeso”, sottolineano le fonti, per le quali il rischio è che Ankara non abbia alcuna intenzione di abbassare i toni, arrivando a richiamare il proprio ambasciatore a Roma, un’opzione che sarebbe ancora sul tavolo a quasi 24 ore dalle dichiarazioni di Draghi.
La crisi diplomatica che si è aperta tra Italia e Turchia potrebbe avere un impatto anche sul lavoro che era stato avviato nei mesi scorsi, dopo la visita ad Ankara del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dopo quella a Roma del collega turco Mevlut Cavusoglu, per preparare il terzo vertice intergovernativo tra Italia e Turchia, per il quale comunque non c’è ancora un data.
Ieri, rispondendo alla domanda di un giornalista in conferenza stampa che gli chiedeva un commento sul cosiddetto ‘sofa-gate’, il premier aveva risposto: “Non condivido assolutamente il comportamento di Erdogan nei confronti della presidente Von der Leyen, credo non sia stato appropriato. Mi è dispiaciuto tantissimo per l’umiliazione che Von der Leyen ha dovuto subire. La considerazione da fare è che con questi dittatori di cui però si ha bisogno di collaborare, o meglio di cooperare, uno deve essere franco nell’esprimere la differenza di vedute, di comportamenti, di visioni, ma pronto a cooperare per gli interessi del proprio paese”. Dunque trovare l'”equilibrio giusto”.
Il 24 marzo scorso, durante il suo intervento in Senato, il premier aveva parlato di Turchia e diritti umani. “Ho esaminato con il presidente Erdogan l’importanza di evitare iniziative divisive e l’esigenza di rispettare i diritti umani. Come ho detto, ‘aiutateci ad aiutarvi'”, aveva sottolineato Draghi, che aveva poi definito “l’abbandono turco dalla Convenzione di Istanbul un grave passo indietro”.