I bellissimi germogli dal colore verde brillante del fhinuacchiu ‘i timpa, cioè della pianta spontanea di finocchietto selvatico (Foeniculum volgare), sono conosciuti in Calabria e in tutto il Sud fin dai tempi antichi per le grandi proprietà aromatiche e medicamentose.
Il finocchietto selvatico da sempre aiuta a combattere l’aerofagia, l’acidità e la sindrome del colon irritabile, è antispasmodico e antinfiammatorio, ed inoltre è sempre stato usato dalle donne durante la fase di allattamento perché previene la formazione di coliche gassose nei neonati.
‘U fhinuacchiu ‘i timpa, parola quest’ultima che proviene dal greco tymba cioè tumulo o dirupo, è diffusissimo nelle campagne e negli orti casalinghi e dalle proprietà così benefiche per grandi e piccoli, che è sempre stato molto apprezzato in cucina e fa parte di molte ricette della tradizione.
Molto usato l’abbinamento del finocchietto selvatico con ortaggi, come carciofi, piselli e fave, e con i legumi, aggiunto ai ceci o ai fagioli in cottura conferisce un aroma intenso e insieme grande leggerezza. E’ perfetto anche con il pesce bollito o grigliato, insieme ad altre erbette come ripieno o in salmoriglio, ottimo con la carne, sia negli degli involtini o nel sugo degli arrosti.
La ricetta vera della tradizione calabrese è però un primo piatto, semplice e buonissimo: la pasta cu llu fhinuacchiu ‘i timpa, chiamata anche pasta cu lla sarda ammare nel senso che la sarda… non c’è!
Il nome forse è venuto fuori in Calabria per differenziare la ricetta da quella siciliana, la famosa pasta con le sarde, e ricordare a tutti chi è il protagonista. E’ un piatto infatti che non può essere assolutamente realizzato senza il finocchio selvatico, mentre si può fare senza le sarde.
INGREDIENTI
400 grammi di pasta media o lunga, meglio ancora se fatta in casa (come scilatielli e strangugliaprieviti)
1 cipolla rossa di Tropea
due mazzetti di finocchio selvatico
olio evo
sale
pepe nero
PREPARAZIONE
Prima di tutto pulite il finocchietto, togliendo le parti più dure e poi fatelo sbollentare in acqua salata. Quando sarà tenero, toglietelo dalla pentola con un forchettone e poi tagliatelo a pezzetti, ricordandovi di conservare l’acqua di cottura.
Poi pulite la cipolla, tritatela grossolanamente e soffriggetela in una padella con olio evo. Quando è dorata aggiungete il finocchio, salate ancora un pochino e aggiungete il finocchio e un po’ di pepe.
Coprite la padella con un coperchio e fate cuocere finché il preparato non raggiunge la densità desiderata. Intanto lessate la pasta con l’acqua in cui avete fatto cuocere il finocchietto, scolatela al dente e infine condite con il sugo e una spolverata di pecorino grattugiato.
‘A pasta cu lla sarda ammare è servita!
Annamaria Persico