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21 maggio 2020

Prima pagina

RADIODAYS. Compleanni musicali: LET’S DANCE


di Nicoletta Arcuri
Il 21 maggio del 1983 il singolo “Let’s Dance” di David Bowie raggiunge il primo posto della classifica americana Billboard.
Potrebbe sembrare una notizia di poco conto, tuttavia la nascita del brano, la sua composizione e la sua uscita segnarono indelebilmente non solo la storia della musica, ma anche la vita dello stesso Bowie.

“Let’s dance” è anche il nome dell’album di David Bowie uscito nel 1983, coprodotto con Nile Rodgers degli “Chic” a ridosso degli anni caratterizzati dalla dance music.
L’album, nonostante fosse un ibrido fra rock e blues, ebbe un grande successo, sorprendendo tutti.
Bowie in primis affermò che quello fosse un progetto al quale non avrebbe voluto dare un seguito, poiché il suo intento era quello di ritornare a fare musica nel suo stile consueto, il rock.
E’ noto infatti che gli venne affidato l’onere di aver perfezionato il glam rock, un genere di musica rock popolare che emerse negli anni Settanta principalmente nel Regno Unito e successivamente in America.

Il successo del singolo “Let’s Dance” raggiunge dunque livelli inaspettati, entrò in classifica in Gran Bretagna alla posizione numero cinque per poi posizionarsi in vetta nelle tre settimane successive.
Poco tempo dopo irrompe nella classifica “Billboard Hot 100 statunitense”, raggiungendo il primo posto e divenendo così l’unico singolo di Bowie numero 1 in classifica sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna.
Il video musicale di “Let’s Dance” è semplice e diretto, una dichiarazione contro il razzismo e la repressione.

E’ ambientato in Australia, e mostra Bowie intento a suonare con la sua band in un pub.
Osservano impassibili una coppia di aborigeni australiani che danzano, la diffidenza di chi li guarda rappresenta in pieno la metafora dell’imperialismo culturale occidentale.
La notorietà che questo brano diede a Bowie fu incredibile, la sua musicalità lo rese noto agli adolescenti di quegli anni, i quali non erano minimamente a conoscenza dei suoi precedenti lavori artistici.

Tutto ciò fece allontanare moltissimo il musicista britannico da questa nuova fetta di pubblico, affermava di non conoscere né i loro gusti né di sapere cosa volessero dalla sua musica.
Bowie si sentì presto estraniato dal suo pubblico, produsse infatti in seguito degli album che soffrirono molto dal punto di vista creativo e artistico, poiché, pur sforzandosi di andare incontro ai gusti di quell’audience che lo rese famoso, non riuscì ad entrare nella parte della teen idol che gli avevano affibbiato.
In seguito formò una band grunge chiamata “Tin Machine”, per provare a rimettersi in carreggiata.
E’ evidente dunque che non sempre il successo sia sinonimo di soddisfazione artistica, David Bowie ne è l’esempio lampante.
Tuttavia, è innegabile che, nonostante tutto, “Let’s Dance” ha ancora quel fascino di un brano senza tempo, sempre attuale e coinvolgente.
Citando il Duca Bianco, concludo con un consiglio spassionato:
“Put on your red shoes and dance the blues!”

Nicoletta Arcuri


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