Quasi metà degli alunni (il 48%) delle scuole primarie e secondarie di primo grado non ha accesso alla mensa scolastica. L’assenza di regole condivise, inoltre, contribuisce all’ampia disparità nelle modalità di accesso e di erogazione del servizio, anche laddove presente, con molti istituti che non assicurano ai bambini e alle loro famiglie condizioni adatte ad avvalersi in modo adeguato di un importante strumento di educazione alimentare e inclusione.
A rilevarlo, alla vigilia dell’inizio dell’anno scolastico, è il rapporto (Non) Tutti a Mensa 2017, quarta edizione del monitoraggio realizzato nell’ambito della Campagna «Illuminiamo il Futuro» da Save the Children, l’Organizzazione internazionale dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e garantire loro un futuro.
Il quadro che emerge è allarmante: in 8 regioni italiane oltre il 50% degli alunni, più di 1 bambino su 2, non ha la possibilità di accedere al servizio mensa. La forbice tra Nord e Sud continua a essere ampia, con cinque regioni del Meridione che registrano il numero più alto di alunni che non usufruiscono della refezione scolastica: Sicilia (80%), Puglia (73%), Molise (69%), Campania (65%) e Calabria (63%).
Delle cinque regioni in cui oltre metà dei bambini non accede alla mensa, quattro registrano anche la percentuale più elevata di classi senza tempo pieno (Molise 93%, Sicilia 92%, Campania 86%, Puglia 83%), superando ampiamente il già preoccupante dato nazionale, stando al quale circa il 69% di classi non offre questa opportunità.
In quattro delle stesse regioni si osservano anche i maggiori tassi di dispersione scolastica d’Italia (Sicilia 23,5%, Campania 18,1%, Puglia 16,9%, Calabria 15,7%).
«Anche quest’anno i dati confermano che l’offerta del servizio di refezione e del tempo pieno ha un valore essenziale in azioni come il contrasto all’abbandono scolastico», commenta Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children.
«La mensa, oltre a svolgere una funzione cruciale nell’educazione alimentare, rappresenta non solo un mezzo di inclusione e socializzazione fondamentale, ma anche uno strumento per combattere dispersione e indigenza. Non dimentichiamo che in Italia la povertà minorile è in costante aumento: è un dovere investire sul servizio di mensa scolastica, garantendo un pasto proteico al giorno a quel 5,7% di bambini che non ha altro modo di consumarlo».