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21 luglio 2020

News

RECOVERY. Raggiunto accordo, Conte soddisfatto: «Momento storico per l’Italia e per l’Europa»


Alle 6,30 del 21 luglio 2020 arriva l’annuncio ufficiale in conferenza stampa del presidente Conte: «Abbiamo raggiunto l’accordo, siamo soddisfatti».
‘Accordo’, una sola parola tanto attesa era apparsa in un messaggio su Twitter il presidente del Consiglio Europeo Michel con la quale ha annunciato l’intesa che ha permesso di chiudere un confronto iniziato venerdì scorso e proseguito fino al cuore della notte, che ha avuto al centro il duello sulla governance dei piani nazionali di ripresa e di resilienza fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il premier olandese Mark Rutte. L’ultima versione sulla governance, riferiscono fonti italiane, non era gradita a Conte, cosa che ha comportato una ulteriore pausa del Consiglio.

Alla fine si è però trovata una soluzione, che consentirebbe la sola attivazione del freno di emergenza solo in casi eccezionali, che comporta un passaggio in Consiglio Europeo, senza conferirgli facoltà decisionali. L’intera procedura ricade sotto la competenza della Commissione Europea, le cui prerogative sono state esplicitamente richiamate nel testo dietro richiesta di Conte. La delegazione italiana ha anche acquisito parere legale del servizio giuridico del Consiglio, che conferma piena competenza delle prerogative della Commissione, il che vuol dire, secondo le fonti, che non c’è alcuna “possibilità di veto in nessuna fase della procedura”. L’accordo, quindi, sembra essere a portata di mano.

Recovery, ecco la bozza: 208,8 miliardi all’Italia
Secondo la bozza della proposta di compromesso sul Recovery inviata dal presidente del Consiglio Europeo Michel alle delegazioni nazionali, il nuovo piano porterebbe all’Italia quasi 209 miliardi. Si tratterebbe di oltre 30 miliardi in più rispetto alla prima proposta (173,8 miliardi). Lo si apprende da fonti italiane. Dei 208,8 mld, 81,4 mld sono trasferimenti, in lieve calo da 85,24 mld, mentre 127,4 mld sono prestiti, rispetto a 88,584 mld. Aumentano dunque, di molto, i prestiti, che vanno restituiti ma che sarebbero a tassi molto bassi, visto che la Commissione, un emittente sovrano, si può finanziare a tassi molto bassi, avendo rating tripla A dalla maggior parte delle agenzie(ADNKRONOS)


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