il Lungomare di Reggio Calabria
10 giugno 2017
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Reggio Calabria si conferma la città più tartassata d’Italia: la pressione fiscale per le piccole e medie imprese è del 73,4 per cento


Ci risiamo. Ancora un primato negativo per Reggio Calabria con una pressione fiscale, per le piccole e medie imprese, pari al 73,4% che conferma, per il secondo anno consecutivo, la città all’ultimo posto in classifica.

È quanto emerge dal Rapporto 2017 dell’Osservatorio permanente sulla tassazione delle piccole e medie imprese Comune che vai, fisco che trovi, del Centro studi Cna, giunto alla quarta edizione, che analizza l’andamento della tassazione sulle piccole imprese in 135 città italiane, tra i quali tutti i capoluoghi di provincia.

In sostanza le imprese reggine pagano il 20% in più di tasse rispetto a Trento, la città italiana con la minore pressione fiscale con un total tax rate di 54,1%, e il 13% in più alla media nazionale.

«Continuiamo a primeggiare nella poco invidiabile classifica di città più tartassata d’Italia. Abbiamno tentato», afferma il presidente di Confcommercio di Reggio Calabria, Giovanni Santoro «di mettere insieme gli attori che da cinque anni ci amministrano senza risultati sperati. I commissari non avevano alcun interesse e l’attuale Amministrazione comunale, pur sollecitata sia in maniera bonaria che con attacchi “violenti” in assemblea quanto sui giornali, non permette il confronto per sconosciute ragioni o forse per manifesta incapacità decisionale.

«Non abbiamo un interlocutore e non sappiamo a chi rivolgerci, l’Amministrazione di Palazzo San Giorgio non dialoga con noi. Le istituzioni regionali non esistono più, altrettanto le nazionali con deputati e senatori adagiati sulle loro posizioni politiche». Servizi pari a zero, tasse insostenibili, desertificazione territoriale e commerciale, ormai realtà.

Ogni giorno c’è un’impresa che abbassa definitivamente la saracinesca; l’illegalità e l’abusivismo, ormai imperanti senza alcun più controllo: «Cosa dobbiamo fare? È una situazione inaccettabile, la nostra economia sta collassando. Per il bene nostro e della città, per i tanti imprenditori onesti, siamo disposti ad azioni eclatanti. È il momento di intervenire su un sistema fiscale più che squilibrato partendo dalla riduzione della pressione fiscale locale affinché si possa riuscire a competere, ad armi pari, se non col resto del Paese almeno con le città del meridione d’Italia».

Dopo Trento, tra i capoluoghi più virtuosi si trovano Gorizia, Cuneo, Imola e Belluno (entro il 54%).

Mentre agli ultimi posti, appena sopra Reggio Calabria la classifica della Cna pone Bologna con 72,1%, Roma e Firenze al 69,3%, Catania e Bari al 68,3%. Un abisso col resto d’Italia anche nella classifica del Tax Free Day, cioè il giorno dell’anno in cui l’imprenditore smette di lavorare per il fisco e comincia a lavorare per le necessità sue e delle sua famiglia.

Un imprenditore reggino per liberarsi del peso delle tasse dovrà aspettare il 24 settembre mentre il collega di Trento lo potrà fare il 16 luglio, quasi due mesi in anticipo.
(Fonte: Confesercenti)


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