RENDE. Alla presenza della madre e dei parenti più stretti, nella mattinata del 14 gennaio, è stata intitolata una villetta alla memoria di Maria Rosaria Sessa, giornalista, uccisa nel 2002 in modo feroce, per mano maschile, e che ha dato il nome all’ Associazione dei Giornalisti cosentini. La villetta si trova nel centro nevralgico di Quattromiglia di Rende, nei pressi del liceo Pitagora e a ridosso del Metropolis, luogo, dove la giornalista lavorava in Metrosat TV.
Uno spazio, quello a lei dedicato, dove i giovani in Primavera si ritroveranno, magari per innamorarsi. Seduti come meravigliosi fari d’ amore incondizionato, come i noti lampioni del parco del Valentino in Torino, dell’ artista Marasciuolo e così alzando lo sguardo, dalla panchina rossa, ai suoi piedi, verso la targa che reca il nome della brava giornalista rossanese, ricorderanno che amarsi è un bellissimo dono e che nessuno però è preda dell’ altro e tantomeno una proprietà da annientare all’ occorrenza. Progetto che ha visto, finalmente, la luce dopo tanti anni, per volontà del Circolo della Stampa di Cosenza, ché porta il suo nome e per i Commissari del Comune di Rende.
Presente una delegazione del direttivo e membri dei giornalisti cosentini. Un momento ha ribadito il presidente dell’ associazione Maria Rosaria Sessa circolo della stampa, Franco Rosito, che è fatto di rete istituzionale e di impegno contro il femminicidio. “Sono state tante le iniziative negli anni che hanno visto il circolo della stampa di Cosenza impegnarsi attivamente. Ospiti anche al Senato, nella sala Nassiriya, per un convegno nazionale per parlare proprio di violenza sulle donne. E oggi finalmente in questo slargo, alla collega e amica Maria Rosaria Sessa, la titolazione che la ricordi”.
A ricordare la collega giornalista, anche il prefetto di Cosenza, Rosa Maria Padovano, che si è rivolta alla madre della vittima, tenendola per mano dicendole: “amare una persona significa considerarla e rispettarla in tutte le sue manifestazioni. La violenza non può essere giustificata”. Il commissario del comune di Rende Santi Giuffre’ ha ribadito di come il femminicidio sia una piaga irrisolvibile ancora in Italia e che manifestazioni di questo tipo debbano indurre a far riflettere e che soprattutto debbano rappresentare un momento di partenza per ricordare la vittima, “istituendo anche un premio che, dice il Commissario, ricordi ciclicamente la vittima, creando cultura”. Presenti: il comandante provinciale dei Carabinieri, Andrea Mommo, il questore Giuseppe Cannizzaro, il comandante provinciale della Guardia di Finanza Giuseppe Dell’Anna e un delegato del vescovo che ha benedetto la titolazione della villetta, nello slargo tra via Lenin e Salvator Allende.
Lucia De Cicco