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1 ottobre 2023

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RETE OSPEDALIERA TERRITORIALE, CGIL COSENZA FA IL PUNTO


Come e cosa dovrebbe cambiare nell’offerta sanitaria con la pubblicazione dei DCA dello scorso 12 luglio che prevedono il riordino della rete ospedaliera e, soprattutto, territoriale in conseguenza del DM 77 dello scorso anno.

 

RETE OSPEDALIERA

prevede 1 Hub-Dea di secondo livello: l’Annunziata di Cosenza, 1 spoke-Dea di primo livello: il PO di Cetraro-Paola, 2 ospedali di zona disagiata (Pszd): San Giovanni in Fiore e Acri che sono anche Ospedali Territoriali.

Nella nuova rete ospedaliera provinciale è programmato un aumento totale di 659 posti letto rispetto alla programmazione del DCA 64 del 2016, di cui 496 PL per acuti.

 

HUB AO di Cosenza

Nel decreto del 2016 erano previsti 705 posti letto, in quello attuale ne sono previsti 733. Ma i conti non tornano, manca, infatti, una parte dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva programmati dalla riorganizzazione della rete ospedaliera del DCA di giugno 2020 che prevedeva un aumento di 34 posti letto in terapia intensiva e 28 in semi-intensiva e l’esecuzione di interventi di riorganizzazione e ristrutturazione del Pronto Soccorso, con l’obiettivo di separare i percorsi dei pazienti in attesa di diagnosi. I fondi stanziati dal Decreto Rilancio sono in gran parte rimasti inutilizzati e sono stati inglobati nel PNRR, per cui da interventi di natura emergenziale sono diventati di valenza strutturale e i lavori andranno completati entro il 2026.

 

Nuovi ospedali: per il momento, nella Provincia di Cosenza, è confermato solo quello della Sibaritide e l’AO di Cosenza non compare.

Intanto, richiamiamo l’Accordo di programma tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la Presidenza di Giunta della Regione Calabria del 30 aprile 2016 che prevedeva l’assegnazione rispettivamente di 375 milioni di euro e 45 milioni di euro di finanziamento per la realizzazione della nuova Azienda Ospedaliera e della Cittadella della Salute a Cosenza e i cui finanziamenti sono oggi garantiti da una convenzione con l’INAIL.

Poi, riteniamo che la questione della scelta strategica dell’individuazione del sito di costruzione del nuovo ospedale si intreccia indissolubilmente con la scelta regionale di attivare in Calabria la seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università della Calabria. In questa ottica, l’ubicazione del nuovo ospedale della Provincia di Cosenza in prossimità dell’UNICal consentirebbe la creazione di una AOU e, quindi, garantirebbe la formazione clinica degli studenti iscritti alla nuova facoltà anche nel secondo triennio universitario. Per quanto riguarda, infatti, l’accordo con l’Università della Calabria il documento dei Ministeri affiancanti indica come modello organizzativo di riferimento, per l’integrazione delle attività assistenziali, della didattica e della ricerca, l’Azienda Ospedaliero Universitaria. Noi riteniamo fondamentale l’apporto della facoltà di medicina e chirurgia dell’UNICal alla realizzazione degli obiettivi della programmazione sanitaria regionale e l’integrazione delle attività assistenziali con le attività didattiche e di ricerca.

A questo proposito, non è banale richiamare il sistema di misurazione e valutazione della performance le cui ultime rilevazioni pongono l’Azienda Ospedaliera di Cosenza come l’ospedale che ha raggiunto la performance più bassa d’Italia.

 

PO “Mariano Santo” (AO di Cosenza)

Contrariamente a quanto recentemente deliberato dall’ASP di Cosenza che ha individuato nella zona sud della città una sede a destinazione non sanitaria, riteniamo che una parte di questo presidio ospedaliero possa anche essere destinato ad accogliere l’Ospedale di Comunità/Territoriale della città di Cosenza, intanto per vocazione storica poi perché potrebbe essere sede di servizi di diagnostica chimico-clinica e strumentale (RX-TAC-RMN) da offrire alla cittadinanza per ampliare l’offerta sanitaria, dal momento che, ad eccezione dei servizi dei vari presidi ospedalieri della Provincia di Cosenza, l’unico laboratorio di analisi territoriale è quello del Poliambulatorio di Rende.

Peraltro, da quello che sappiamo i piani dei costi dell’OdC della città di Cosenza presentati agli uffici regionali sono stati considerati non coerenti con i finanziamenti. Ci sarebbe, infatti, uno scostamento tra i costi da sostenere e le risorse a disposizione.

 

IRCCS INRCA di Cosenza: si caratterizza come centro per lo studio, la diagnosi e la cura delle malattie geriatriche. Svolge attività clinico-assistenziale e scientifica con attività di ricerca in particolare sull’invecchiamento. Il Presidio è costituito da un Dipartimento Geriatrico Riabilitativo ed è accreditato dalla Regione Calabria da maggio 2010.

Noi riteniamo che il contesto di regionalizzazione spinta della sanità, renda necessaria un’impostazione sinergica e coerente con il SSR, per questo chiediamo che l’Istituto possa svolgere funzioni di alta qualificazione assistenziale, di ricerca e di formazione.

Inoltre, il posizionamento strategico dell’Istituto nel panorama della ricerca geriatrica regionale e nazionale, lo rende interlocutore privilegiato della nuova Facoltà di Medicina per la formazione universitaria e post-universitaria nel campo dello studio delle patologie della terza età.

 

SPOKE Paola-Cetraro

La collocazione dell’attività chirurgica in continuità con la Terapia Intensiva è prevista in prima battuta presso il plesso di Cetraro per essere parzialmente riallocata su quello di Paola successivamente alla realizzazione e all’attivazione della Terapia Intensiva (4 PL previsti dal riordino della rete ospedaliera in emergenza COVID).

Viene fatta la scelta di attivare il Dipartimento di area medica a Paola con la Cardiologia e l’UTIC, la Neurologia, il laboratorio analisi e il servizio trasfusionale, l’ortopedia e, soprattutto, novità assoluta l’Ortogeriatria, specialità chiamata a colmare l’enorme gap della percentuale di pazienti sopra i 65 anni con frattura del femore operati nelle prime 48 ore. Lo standard internazionale è superiore all’80%, la soglia di adempimento nazionale è oltre il 60%, la Calabria miseramente si attesta al 45%.

 

Ospedali di Zona disagiata (OZD) e Ospedali Territoriali

Si tratta del tentativo, a nostro avviso interessante, di individuare strutture che possano garantire per davvero quella continuità di cure tanto agognata fra l’ospedale ed il territorio, che tuteli il paziente anziano fragile con dimissioni e ricoveri protetti e che eviti l’accesso in Pronto soccorso per gli anziani in carico alle Cure Domiciliari che hanno bisogno o di un ricovero breve per la riacutizzazione di una patologia cronica, o di effettuare esami strumentali, prestazioni e terapie non eseguibili a domicilio.

Da quanto pubblicato nel DCA 198/23 verranno integrati dall’Ospedale di Comunità e da una Casa di Comunità con servizi di piccola chirurgia, di diagnostica, oltre che delle Cure Primarie.

In questo comprensorio saranno riconvertiti ad OZD i presidi Ospedalieri di Acri e San Giovanni in Fiore, ma con differenze apparentemente sostanziali fra le due strutture. Infatti, mentre per Acri sono previsti i servizi di Day Hospital, di Day Surgery, di Medicina Generale, di Emodialisi e di Oncologia, per San Giovanni in Fiore si prevede l’attivazione del servizio di Oncologia e di sistemi informatici di collegamento con il PO Spoke di riferimento.

 

SISTEMA REGIONALE EMERGENZA-URGENZA

 

MEZZI DI SOCCORSO RIORGANIZZATI
Territori MSA 1 e MSA 2 MSB Stabilimenti Ospedalieri (Trasporto Ordinario gestito dal 118) Ambulanze di Presidio Totale
Area nord Cosenza 35 23 13 71

 

Nella programmazione risalente al 2016 il totale dei mezzi di soccorso era pari a 42, nell’ultimo decreto commissariale si prevedono in totale 71 mezzi “riorganizzati”, dei quali 35 MSA 1 (ambulanza e/o auto-infermieristica con infermiere a bordo) e MSA 2 (ambulanza e/o automedica con medico e infermiere a bordo), 23 mezzi di soccorso di base e 13 stabilimenti ospedalieri (trasporto ordinario gestito dal 118) ambulanze di presidio.

Per quanto riguarda la governance nella nuova configurazione è centrale il ruolo di Azienda Zero a cui la Regione, con la Legge 32 del 2021, ha assegnato la direzione, il coordinamento e il monitoraggio del Sistema regionale della emergenza urgenza Nue 112, 118 ed elisoccorso, 116117.

Il modello è stato progettato prevedendo l’impiego di mezzi di soccorso di base, gestiti in convenzione dagli enti del Terzo Settore (Ets), mezzi di soccorso avanzato su ruote (ambulanze medicalizzate, ambulanze infermieristiche, automedica), ad ala rotante (Elisoccorso Hems/Sar-Hho ed Eliambulanza) e la telemedicina.

L’Emergenza sanitaria territoriale in Calabria sarà gestita da una Centrale operativa 118 suddivisa in tre sale operative, una situata presso la Cittadella regionale in Catanzaro, la seconda sala a Cosenza e la terza a Milano (presso la sede AREU) che avrà il ruolo di recovery in caso di crash, nonché di polo formativo per gli operatori.

Sono previste 1 base di elisoccorso HUB (AO di Cosenza) e 1 base di elisoccorso spoke (PO di Paola) coordinate dalle sale operative della Centrale 118.

 

L’EVOLUZIONE DEI PPI: LA RETE DEI PUNTI SALUTE

I dati relativi alle attività svolte negli ultimi anni indicano minimi volumi prestazionali erogati a medio-bassa complessità. Pertanto, in considerazione dei dati di attività le prestazioni sanitarie saranno rimodulate dal Sistema 118 nei Punti Salute con l’operatività dei sistemi di telemedicina gestiti da personale infermieristico in collaborazione con le sale operative del 118.

 

RETE DELL’EMERGENZA URGENZA PEDIATRICA

DEA di II livello: AO di Cosenza

I 4 posti letto di terapia intensiva pediatrica rimangono attivi fino all’attivazione di quelli presso l’AOU Dulbecco di CZ.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ASSISTENZA SANITARIA TERRITORIALE

La programmazione regionale prevede nel nostro ambito l’attivazione di 12 strutture di prossimità

  • 10 Case di Comunità:

7 HUB (Cosenza – Rende – Montalto Uffugo – Casali del Manco – Parenti – Bisignano – Amantea) a media/alta complessità assistenziale in cui viene garantito l’accesso H24 7 giorni su 7

3 Spoke (Spezzano della Sila, Luzzi e Torano Castello) a bassa complessità assistenziale con accesso H12 6 giorni su 7.

Delle 22 CdC assegnate all’ASP di Cosenza, 18 vengono realizzate con la ristrutturazione di edifici già esistenti, mentre 4 sono da edificare ex novo (probabilmente a causa dei tagli subiti dal PNRR non saranno mai realizzate).

E quanto importante sia la realizzazione sul territorio di queste strutture lo dimostra l’analisi dei flussi del Nuovo Sistema Informativo (NSIS), che rappresenta la più importante banca dati sanitaria a livello nazionale. L’ambito assistenziale maggiormente carente sono le Cure Domiciliari Integrate. La quota di persone sopra i 65 anni assistite a domicilio, infatti, raggiunge appena l’1,16%, a fronte di una media nazionale di circa il 5%.

Risultano, inoltre, carenti le prestazioni residenziali/semiresidenziali. Il numero di anziani non autosufficienti in trattamento socio-sanitario risulta “inadempiente” in quanto non raggiunge la soglia minima di riferimento prevista (0,06 PL per 1.000 ab., contro una soglia minima di almeno 0,22 PL per 1.000 ab).

 

Forme complesse di cure primarie

Tutte le forme associative complesse della medicina convenzionata (Aggregazioni Funzionali Territoriali e Unità Complesse di Cure Primarie) devono essere ricomprese nelle CdC, come sede fisica oppure ad esse collegate funzionalmente.

Ad oggi sono attive in Provincia di Cosenza 20 AFT (aggregazioni mono-professionali di medici di assistenza primaria) con sede unica, di cui 18 a gestione autonoma e 2 a gestione pubblica, ma nessuna UCCP (aggregazioni multi-professionali con medici di assistenza primaria, continuità assistenziale, medici dei servizi territoriali, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali e infermieri di comunità).

Noi chiediamo per questo l’attivazione di almeno 1 UCCP pubblica per ogni CdC HUB.

 

  • 2 ospedali di Comunità (Cosenza e Rogliano) strutture da riconvertire

L’OdC è la struttura territoriale di ricovero che svolge una funzione intermedia tra l’ospedale e il domicilio del paziente.

Ospita tutti i servizi di natura sanitaria quali degenze, ambulatori e aree per la riabilitazione, composta da 1 o 2 moduli da 20 posti letto ciascuno.

Negli OdC è garantita l’assistenza infermieristica nelle 24 ore 7 giorni su 7 con il supporto degli Operatori Sociosanitari, mentre l’assistenza medica è assicurata per 4,5 ore al giorno 6 giorni su 7.

 

Discorso del tutto aperto riguarda la realizzazione degli Ospedali pediatrici di comunità, di cui nel documento regionale di programmazione non vengono indicati numeri e sedi, ma solo i criteri di programmazione previsti nel par.11 del DM77/2022.

 

  • 4 COT (2 a Cosenza, 1 Rende, 1 Paola), che hanno funzione di raccordo tra servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali (territoriali, sanitari e sociosanitari, ospedalieri e della rete dell’emergenza-urgenza) e coordinamento della presa in carico della persona.

 

  • 3 UCA (Cosenza, Rende, Amantea). L’UCA è un’équipe mobile distrettuale che ha il compito di gestire e supportare la presa in carico di individui o comunità le cui condizioni clinico-assistenziali riscontrate siano di particolare complessità. La sede operativa dell’UCA è la Casa della Comunità HUB alla quale afferisce anche dal punto di vista organizzativo.

 

RETE DELLE CURE PALLIATIVE

Attualmente, la Regione Calabria ha attivato 6 Hospice per un totale di 60 posti letto sui 94 programmati. Solo un Hospice (quello di Cassano allo Jonio) è pubblico, mentre gli altri 5 sono privati accreditati.

E’ in programmazione l’apertura di un hospice presso l’OdC di Rogliano con 14 PL.

 

 

CONSULTORI FAMILIARI

 

Numero di consultori previsti da standard DM 77/2022 ASP Popolazione (al 1° gennaio 2022)
  1. Consultori da standard DM 77/2022
  2. consultori attivi
Cosenza 674.543 34 23

 

In virtù dell’integrazione della rete delle Case di comunità e dei Consultori, prevista dal DM 77/2022, si prevede di applicare anche ai consultori familiari il modello Hub e Spoke.

Il modello Spoke garantisce 36 ore settimanali di attività lavorativa di ostetriche, assistenti sociali e oss.

Il modello Hub prevede, invece, l’apertura per 6 giorni su 7, 12 ore al giorno. Le attività saranno svolte da un team multidisciplinare costituito da ostetrica, ginecologo, psicologo, assistente sociale, oss ed altro personale sanitario.

I livello spoke in attività n.8: AcriPaola – Cosenza n.2 – Celico – Montalto Uffugo – Rogliano – San Giovanni in Fiore.

Da attivare n.4: Longobucco – Luzzi – Parenti – Spezzano della Sila

II livello HUB in attività n.2: Amantea – Rende

Da attivare n.1: Cosenza

 

 

 


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