Calabria Letteraria, storica rivista culturale fondata da Emilio Frangella nel 1952, dopo quattro anni di pausa, ritorna finalmente alle stampe.
Il nuovo progetto editoriale – nato grazie alla volontà e alla dedizione del direttore responsabile Franco Del Buono e al coraggio degli editori Franco Arcidiaco e Antonella Cuzzocrea della casa editrice Città del Sole Edizioni di Reggio Calabria – sarà presentato lunedì 28 novembre alle ore 17.30 presso la sede Unla di Paola.
All’incontro, dopo i saluti della dirigente Unla Caterina Provenzano, interverranno il direttore responsabile Franco Del Buono, il caporedattore Federica Legato e gli editori.
In continuità con i suoi oltre sessant’anni di storia, con il numero 249/253 ottobre-dicembre 2016, la rivista «ritorna alla luce per continuare ad esprimere il suo impegno di passione e di amore per la sua terra, per le sue tradizioni, per contribuire a dipanare i propri secolari affanni, le proprie ansie a dare più voce alla speranza di un futuro costruito con il respiro del cuore e della ragione», come sottolinea nel suo editoriale Franco Del Buono.
La rivista, con una nuova e più moderna veste grafica, manterrà la periodicità trimestrale e si occuperà di letteratura, arte, storia, attraverso i tanti collaboratori, giornalisti e studiosi, sparsi per tutto il territorio regionale, che saranno coordinati dalla giornalista e scrittrice Federica Legato con l’ausilio di un illustre Comitato di Redazione.
La rivista nacque nel novembre del 1952 a Longobardi, nel Cosentino, grazie a Emilio Frangella che l’ha diretta fino al 2004, anno della sua morte. Condirettore fu Pietro De Seta. La direzione passò da allora, per designazione dello stesso Frangella, a Franco Del Buono che la regge ancora con entusiasmo e passione.
La rivista cominciò ad essere stampata presso la tipografia dei Fratelli Paolino e Andrea Esposito, sul corso Roma a Paola, dove lavorava come apprendista un giovanissimo Umberto Spizzirri. I testi di Calabria Letteraria venivano composti da Mario Signorelli, a mano e con caratteri di piombo e di diverso corpo, mentre i clichè, cioè la riproduzione delle illustrazioni, venivano eseguiti in una zincografia di Cosenza.
Sin dal primo numero consentì la circolazione delle opinioni, delle idee e del sapere, rendendola anche un circolo culturale reso gioioso dal rapporto amicale che si venne a costituire intorno ai collaboratori più stretti: Giuseppe Arabia, Giuseppe Carrieri, Achille Curcio, per citarne alcuni.