Proprio il Copasir, oggi pomeriggio, ha chiuso la vicenda. “Il Comitato ha constatato che non vi sono elementi di novità tali da richiedere ulteriori approfondimenti”, ha fatto sapere il presidente, senatore Adolfo Urso. “Ogni componente ha fatto le proprie richieste. Abbiamo ritenuto non ci fossero elementi tali per riaprire l’indagine, non c’è nulla di nuovo”, ha commentato all’Adnkronos la deputata M5s e vicepresidente del Comitato Federica Dieni. A quanto si apprende, durante la riunione, come preannunciato, il senatore Iv Ernesto Magorno ha proposto di sentire nuovamente Conte e Vecchione mentre i membri del M5s hanno chiesto l’audizione di Renzi. Una possibile audizione della quale aveva parlato in mattinata lo stesso presidente del Copasir Adolfo Urso che, ospite di ‘Omnibus’, aveva detto: “Renzi dice di non avere sospetti ma certezze, che noi non possiamo avere perché abbiamo già fatto i nostri approfondimenti all’epoca. Se Renzi ha invece altre notizie che gli danno certezza che l’allora premier Conte ha in qualche misura violato i suoi dettami istituzionali, evidentemente da lui dobbiamo partire. Se si vuole approfondire ulteriormente prima di chiamare” chi dice di “non sapere nulla, devo chiamare chi dice di avere delle certezze. Altrimenti su cosa facciamo gli approfondimenti?”.
Durante la riunione dell’Ufficio di presidenza si è però deciso di non riaprire il dossier: secondo diversi componenti, a quanto si apprende, non sarebbero emerse novità tali da approfondire il caso. Il fatto che ci sia stata una prosecuzione, a cena, dell’incontro già risaputo a piazza Dante, sede del Dis, non è apparso un elemento tanto determinante da riprendere in mano l’indagine.
Di quella cena proprio oggi il l’ex direttore generale del Dis, Gennaro Vecchione, ha parlato all’Adnkronos: “Nel corso dell’incontro conviviale non sono stati in alcun modo affrontati argomenti riservati, confidenziali, commessi alla visita o comunque riferiti a vicende e a personaggi politici italiani e stranieri (argomento quest’ultimo mai trattato in alcuna circostanza, anche successiva), per cui la conversazione si è orientata su convenevoli di carattere generale”.
“Con riferimento all’indagine interna richiesta al Presidente del Consiglio nel maggio 2021 dal Copasir – ha detto Vecchione – giova precisare che lo stesso organo parlamentare, al paragrafo 11.1 della sua recente relazione al Parlamento, ha precisato i termini dell’ispezione, che non riguarda la gestione dello scrivente, ma altri fatti ben circostanziati”.
Spiegando che, essendo Ferragosto, era difficile un rinfresco in sede e si è optato dunque per un evento esterno, Vecchione ha anche precisato che nei due incontri con le delegazioni Usa non era stato mai presente l’allora premier Conte: “Non sono mai stati forniti al presidente del Consiglio aspetti del cerimoniale e dell’accoglienza relativi a visite di singole autorità o delegazioni italiane e straniere, stante la loro assoluta irrilevanza, fatti salvi quegli eventi che ne prevedevano la sua partecipazione”, ha aggiunto l’ex direttore generale del Dis.
Se il Copasir ha chiuso il capitolo Russiagate, resta invece aperto il dossier sulla missione russa in tempi di Covid, tornata di attualità dopo l’attacco arrivato da Mosca al ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Il sospetto avanzato da qualcuno, anche all’epoca, era che dietro agli aiuti sanitari russi si nascondessero finalità di spionaggio. Dopo aver sentito prima l’ex premier Conte e poi l’ex coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, il Comitato sentirà presto l’ex capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli e l’ex comandante del Coi Luciano Portolano.