Salvini accelera su Frattini
27 gennaio 2022

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Salvini accelera su Frattini. Pd: “Basta provocazioni”


Al via il vertice del centrodestra sul Quirinale, è il secondo della giornata, dopo quello di stamattina che ha visto la scelta dell’astensione nel voto odierno, il quarto per il Colle. Negli uffici della Lega della Camera presenti Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani e i leader dei partiti centristi, Giovanni Toti, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi e Luigi Brugnaro.


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 Salvini si gioca la carta di Franco Frattini per il Quirinale ma non sembra decollare tra i suoi alleati. E a esprimere dubbi sarebbero i ‘centristi’ della coalizione (a cominciare da vari parlamentari dell’Udc e di Coraggio Italia) per i quali la candidatura dell’ex ministro degli Esteri del governo Berlusconi “non c’è”. Anche Forza Italia fa sapere di non saperne nulla.

I leader del centrodestra arrivano alla spicciolata alla Camera per il vertice di questa sera. Avvicinato dai cronisti, Antonio Tajani non risponde e tira dritto quando gli viene chiesto cosa ne pensa della candidatura dell’ex ministro degli Esteri del governo Berlusconi. Anche Salvini e Giovanni Toti, che si presentano insieme davanti alla stampa, non dicono nulla. Anche Licia Ronzulli, senatrice di Fi e responsabile dei rapporti del partito con gli alleati, non commenta. Solo Luigi Brugnaro taglia corto: “Non so se esiste candidatura di Frattini, ora vediamo…”.

Sul nome di Frattini sembra ci sia stato un placet anche da parte di Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega. Il nome, che Salvini farà agli alleati e sul quale già due giorni fa Enrico Letta e Matteo Renzi avevano fatto asse per stopparlo, non dovrebbe essere l’unico, perché a quanto apprende l’Adnkronos, Salvini punterebbe anche su Giampiero Massolo, su cui nelle ultime ore ci sono state indiscrezioni e smentite. Il nome dell’attuale presidente dell’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), corrisponde, a quanto si apprende, al personaggio di alto profilo istituzionale, senza tessera di partito, atlantista, europeista, che può essere condiviso anche al di fuori del centrodestra, il profilo cioè delineato dallo stesso leader della Lega nelle ultime uscite.

“Frattini? Ma basta provocazioni. Il Pd è un partito serio che non si presta a improvvisazioni raffazzonate, tanto più dopo giornate di giravolte e mancanza di chiarezza – sottolineano fonti del Nazareno - Cerchiamo, tutti, di adempiere al compito di Grandi Elettori e di dimostrare di fronte alla Nazione di esserne degni. Il Paese ci guarda, l’Europa e il mondo si chiedono cosa stia succedendo, dobbiamo essere all’altezza della gravità e della complessità del momento storico che viviamo”.

Le capogruppo del Pd Debora Serracchiani e Simona Malpezzi, lasciando il gruppo del Pd con Enrico Letta, dicono che “siamo tornati al via, quello di Frattini è un nome già fatto e sul quale avevamo già espresso abbondanti perplessità. Auspichiamo che questa modalità di lanciare i nomi senza confronto sia finita. Noi siamo ancora in attesa”.

“Usare il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini, una carica istituzionale così autorevole, per spaccare la maggioranza di governo è un segno evidente che non c’è la volontà di trovare una soluzione per il Colle. Non possiamo spaccare la coalizione con il centrosinistra, salterebbe anche il governo” riferisce Laura Castelli, viceministra M5S al Mef, vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio.


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