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6 dicembre 2023

Prima pagina

San Nicola e la vera storia di Babbo Natale


Oggi 6 dicembre la Chiesa celebra San Nicola di Bari, amato e celebrato in tutto il mondo e raffigurato come un vecchio vestito di rosso che porta doni ai bambini. Ma cosa c’entra San Nicola con Babbo Natale? E soprattutto, Babbo Natale è esistito veramente? Noi diciamo di sì, e vi raccontiamo la lunga e affascinante storia del simpatico vecchietto che tutti i bambini aspettano con gioia nella notte tra il 24 e il 25 dicembre.

Babbo Natale non nasce al Polo Nord bensì sulle rive del Mediterraneo, quando ancora era il greco San Nicola, vescovo di Mira nell’attuale Turchia, dove fu anche perseguitato per essere uno strenuo difensore delle fede cristiana fino all’Editto di Milano del 313 d.C. Il nome Nicola, declinato sia al maschile che al femminile, composto da νίκη (nìke, vittoria) e λαώς (laòs, popolo, folla), significa vittoria del popolo, popolo della vittoria o vincitore fra i popoli ed è ampiamente diffuso sia in Oriente, dove San Nicola visse e operò, che in Occidente, dove sono conservate le sue reliquie.

San Nicola morì il 6 di dicembre di un anno imprecisato alla metà del IV secolo e la sua figura divenne popolarissima in tutta la cristianità. Gli vennero attribuiti molti miracoli e divenne protettore e patrono di professioni e di vari paesi ma, soprattutto, dei bambini.

Si narra che il giovane vescovo usò tutto il suo patrimonio per aiutare i poveri, che usava calarsi dai camini e lasciare denaro e doni alle famiglie più povere; inoltre leggenda vuole che salvò tre ragazze dalla prostituzione e che resuscitò tre bambini che erano stati uccisi e fatti a pezzi.

Le sue spoglie furono conservate a Mira fino al 1087, quando furono trafugate e portate a Bari, di cui divenne il patrono. Pochi anni dopo anche Venezia trovò altre reliquie e San Nicola divenne così protettore dei marinai e patrono della Serenissima.

Ma come mai questo santo mediterraneo si è spostato al Polo Nord ed è associato al Natale? In realtà per molti secoli il culto di San Nicola si continuò a celebrare il 6 dicembre in diverse zone dell’Italia del Sud ma anche del Nord, fino a superare l’arco alpino e arrivare in Europa.

Qui la figura del santo si sovrappose alle divinità pagane presistenti, come il romano Saturno o il nordico Odino, e così rimase fino alla Riforma protestante che, a partire dal Cinquecento, abolì il culto dei santi.

Il problema però era: a chi far portare doni ai bambini? In molti casi si scelse Gesù Bambino, spostando la data dal 6 dicembre a Natale, e in più nacquero figure di folletti e gnomi in gran parte dell’Europa del Nord che accompagnavano Santa Klaus.

Intanto però gli immigrati nordeuropei in America portarono con sé tutte queste leggende e rimasero affezionati a San Nicola, che continuò a portare doni ai bambini fino all’Ottocento, quando tanti poeti e scrittori recuperarono la leggenda di San Nicola facendone il personaggio principale del Natale.

Nel 1809 un certo Irving in un libretto descrive Santa Klaus con le caratteristiche che conosciamo tutti e che rimarranno fino ad oggi.

A quel punto l’amata figura di San Nicola-Santa Klaus-Babbo Natale compie così una migrazione inversa e torna in Europa, come Père Noel, Father Christmas o Babbo Natale, sostituendo un po’ ovunque i vecchi portatori di doni e aiutato dalla pubblicità della Coca Cola e dai soldati americani sbarcati durante la seconda guerra mondiale.
Annamaria Persico (ARTICOLO GIA’ PUBBLICATO IL 6 DICEMBRE 2016)


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