Chi La scrive, è il Presidente di un sodalizio nato a difesa dell’ospedale di montagna di Soveria Mannelli (Cz), che come altri tre analoghi, e molti altri non di zona montana a causa del debito sanitario e conseguente piano di rientro, a far si dal 2007, progressivamente sono stati chiusi o comunque lasciati con servizi minimi.
Certamente Lei è a conoscenza di questa criticità, che viene ulteriormente umiliata anche in fase di pandemia, dove i soggetti attuatori dell’emergenza Covid, trovano a nostro avviso inopportune soluzioni in tende da campo, piuttosto che riattivare queste strutture, come ieri sera il Procuratore Gratteri ha sottolineato invitando il governo a riaprire i 18 ospedali chiusi.
Anche le soluzioni “tampone” crediamo siano errate, in quanto nel nostro ospedale, ma anche in altri, usano il reparto di Medicina Interna per supportare pazienti ex covid, quando il terzo piano (ex Ostetricia e ginecologia) IN PRATICA “VUOTO”, dotato peraltro di attacchi per l’ossigeno, con il supporto di laboratorio analisi e radiologia e con le dovute implementazioni potrebbe contenere 30 posti di osservazione Covid dedicati, non inficiando la medicina interna che a nostro parere deve continuare a dare risposte esclusivamente ai cronici del territorio, i quali possono essere fortemente suggestionati arrivando ad evitare le cure. Basti pensare come in fase anti “Zona Rossa” il reparto contava 20 ricoveri, mentre oggi quelli ordinari sono solo due, oltre a un ex covid.
Non crediamo che eventuali limiti possano essere una questione legata ai fondi, visto che anche lei ha sottolineato il recupero di 700 milioni non spesi nel comparto dove a questi si aggiungono i 68 milioni del Decreto Calabria oltre alla ripartizione del fondo sanitario e i fondi in itinere del Recovery Fund.
La presente è stata inoltrata esclusivamente per suggerirLe il nostro punto di vista che arriva da chi vive il territorio e da tredici anni lo difende, interfacciandosi nel tempo sia con gli assessori regionali e conseguentemente con i commissari ad acta.
Cordialmente, il Presidente del Comitato Pro Ospedale del Reventino
Alessandro Sirianni