LETTERA TDM LAMEZIA AL PRESIDENTE OCCHIUTO
Giungono al Tribunale per i Diritti del Malato di Lamezia Terme continue segnalazioni, quasi sempre trasmesse in forma orale, di utenti anziani e fragili che si rivolgono alle strutture sanitarie e non trovano ascolto. E quando alla fragilità si aggiunge la solitudine, spesso causa di difficoltà relazionali, il disagio comunicativo aumenta ancora di più nelle stesse forme dell’immigrato che arriva in un ospedale e non trova un mediatore linguistico abilitato ad orientarlo. Proprio ieri 7 Aprile 2025, nell’Ospedale di Lamezia Terme, una signora di 85 anni lamentava che, sul modello di prenotazione delle prestazioni, vengono indicati numeri di telefono non attivi; nel caso rilevato dalla stessa utente, sul documento cartaceo era riportata a carattere cubitali, la seguente avvertenza: “In caso di disdetta telefonare allo 0961/7036710″. Digitato il numero suggerito, una voce registrata comunicava: “Si informa che il numero chiamato non è disponibile”.
Allora sorge spontanea la domanda: perché i modelli soprarichiamati sono spesso datati e i riferimenti telefonici non vengono aggiornati? Se l’anziana signora ha bisogno di chiarimenti o di disdire l’appuntamento, come suggerito dall’informativa, a chi deve rivolgersi? Ma c’è di più! I telefoni, all’interno dei reparti o degli ambulatori, suonano troppo spesso il silenzio ed anche per una informazione l’utente è costretto ad andare di persona ed anche più volte. Un altro anziano segnalante ha fatto degli esami strumentali al Policlinico Universitario di Catanzaro e, dopo più di venti giorni non conosce ancora l’esito dei suoi esami, perché dall’altra parte non c’è un operatore che alzi la cornetta e gli dia una sacrosanta informazione; anche per saper se il medico preposto ha firmato il referto o se deve ancora firmarlo.
Che avvenga questo non è tollerabile in un mondo che, istantaneamente, rende edotto un cittadino di Stoccolma sulllo stato di salute di un familiare che vive in Costa D’Avorio. Spesso ci sentiamo dire, come pezza giustificativa, che nei reparti di degenza di un ospedale o negli uffici amministrativi i pochi medici, i pochi infermieri e i pochi impiegati devono lavorare e non possono perder tempo col telefono. Eppure l’informazione è obbligatoria e non facoltativa e non c’è Carta dei Servizi di un ospedale pubblico che non lo affermi. Purtroppo, però, quel documento, con il quale l’Ente erogatore di servizi assume una serie d’impegni nei confronti della propria utenza, rimane appeso alla parete come un innocuo cimelio. Tutte cose, onorevole Occhiuto, che rientrano nella normalità di un servizio che si deve occupare della salute dei cittadini, prendendosene cura. Quanto costa, onorevole Presidente, assicurare un po’ di Normalità su questa terra, sognando anche la luna?
Cordiali saluti
Fiore Isabella
(Responsabile del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva di Lamezia Terme)